di Eros R.F.
Circa un mese fa abbiamo pubblicato un articolo che parlava dei falsi miti sul riscaldamento globale e sull’ipocrisia della green economy e delle manifestazioni friday for the future. [Nostro articolo qui]
Tuttavia quest’ultimo argomento lo abbiamo intaccato relativamente poco, parlando in linea generica del capitalismo e delle sue conseguenze dannose alla Natura.
Dobbiamo quindi parlare più dettagliatamente delle manifestazioni condotte da Greta Thunberg per comprendere meglio perché queste non mettano in dubbio i meccanismi reali che si celano dietro all’inquinamento messo in atto dal grande capitale.
Cominciamo quindi parlando della sedicenne Greta e da dove è partita questa manifestazione.
Tutto iniziò nell’agosto 2018, con un semplice cartellone: “Skolstrejk för klimatet”, cioé “sciopero per il clima”, posto al di fuori del parlamento Svedese.
Questa decisione venne presa da Greta a causa della situazione climatica anomala che si registrava in Svezia, saltando le ore di lezione posizionandosi fuori dal parlamento tutti i giorni fino alle elezioni, cercando di fare pressione affinché il Paese seguisse gli accordi climatici di Parigi.
Giunte le elezioni decise però di continuare queste manifestazioni ogni venerdì invitando gli studenti a “saltare” le ore di lezione. Ed effettivamente ci riuscì.
Incredibilmente nel giro di 2 Mesi queste manifestazioni si espansero in tutto il mondo.
Greta è figlia di un attore ed una cantante d’opera particolarmente celebre in Svezia, Malena Ernman; e quest’ultima, a soli 4 giorni dalla prima protesta messa in atto dalla figlia, pubblicò un libro: “Scenes from the heart”.
Qualche settimana dopo invece esce un secondo libro, questa volta scritto anche da Greta: “La nostra casa è in fiamme”, vendendo milioni di copie.
Tra i finanziatori/avvoltoi di Greta troviamo fin dai primi giorni Ingmar Rentzhog e Kristina Persson.
Il primo è un imprenditore, proprietario di “we do not have time” (slogan poi usato da Greta): anche lui ha avuto un bel po’ di successo visto che ha incassato ben 2,8 milioni di euro in 3 giorni grazie ad una campagna lanciata dalla Thunberg per l’azienda.
La seconda è un ex ministro dello sviluppo, “socialdemocratica”, molto avversa verso i “nazionalismi” e i “sovranismi”.
Che sia in un certo senso sfruttata come una “mucca da mungere” quindi l’abbiamo capito. Ma c’è ancora molto dietro.
La manifestazione non è semplicemente finanziata da questi “4 gatti”, bisogna nominare soprattutto la ONE Campaign.
Questa è infatti una società che fa da sponsor e da principale organizzatore del fridays for the future, e se andate a controllare sul sito ufficiale dell’organizzazione [https://www.one.org/us/about/financials/] troverete tutti i finanziatori.
Tra questi possiamo citarne alcuni: Coca-Cola, Kraft, Cargill, América móvil, E-bay, Bloomberg, Bank of America, Open society foundation, Apple, Microsoft, e Google.
Tra le persone celebri che fanno parte della “board of directors” e che sono finanziatori dell’organizzazione invece possiamo citare: Bono Vox (cantante degli U2 che finanzia anche diverse ONG), l’ex primo ministro britannico David Cameron, Lawrence Summer (segretario della tesoreria degli Stati Uniti), Tom Freston (CEO della Mtv e Paramount), Bob Iger e sua moglie Willow Bay (Iger è un imprenditore, amministratore delegato della Disney; avrete sentito tutti il recente acquisto della Fox, rendendo la Disney quasi un monopolio del cinema e della televisione).
Già, proprio la Coca-Cola: questa, insieme a Pepsi e Nestlē, è responsabile del 45% dell’inquinamento della plastica presente negli Oceani.
Queste aziende ogni minuto immettono nell’Oceano una quantità di plastica pari a quella di un camion. Ogni minuto.
Proprio la Kraft: sottogruppo della Mondelēz, una dei più grandi oligopoli dell’alimentare e responsabile di una grande quantità dell’inquinamento della plastica.
Cargill: una multinazionale statunitense che opera nel settore agroalimentare. Quest’azienda è così green che ha fatto disboscare vaste aree della Foresta Amazzonica (Brasile) per piantare immense quantità di soia OGM. Questa azienda è presente anche in Italia e fornisce molte aziende.
América móvil: un operatore di telefonia mobile Messicano presente in tutto il continente Americano.
E-bay: il noto sito di commercio online, una piattaforma che spedisce al dettaglio migliaia di prodotti. Evidentemente i mezzi di trasporto per molti non sono inquinanti.
Bloomberg: una delle più grande aziende mediatiche che non fanno nient’altro che spargere bufale e propaganda imperialista per creare consensi alle repressioni mandate avanti da Israele contro la Palestina (oltre al fatto che diversi dirigenti di Bloomberg siano di origine Israeliana), e alle guerre mandate avanti dagli Stati Uniti e dalla NATO; ci sono riusciti in Libia e in Siria, e ora cercano di iniziarla, anche economicamente, col Venezuela, l’Iran e la Cina.
Bank of America, fa già ridere così: una delle più controverse banche presenti in una delle più controverse nazioni che finanzia una manifestazione “ambientalista”.
Open society foundation: una organizzazione molto influente sul piano geopolitico ed economico, con a capo George Soros; di quest’ultimo potremmo facilmente scrivere un libro da 1000 pagine elencando tutti i crimini commessi contro l’Umanità.
Le sue mail e vari suoi documenti sono stati inoltre trapelati, ad affermare le accuse contro di lui già abbastanza fondate.
Soros è alla guida di più di 50 fondazioni sparse nel mondo, ed ha influenzato enormemente le guerre, i conflitti, i colpi di stato, e le “rivoluzioni colorate” degli ultimi 25-30 anni. Soros è finanziatore della sanguinaria Hillary Clinton e di Emma Bonino, l’amante dell’austerità che ansima nel tagliare i servizi sociali.
Di Soros avremmo molto da parlare, magari in un prossimo articolo.
Apple, Microsoft, e Google: i tre colossi dell’high tech, proprio quel settore che è responsabile del 14% dell’inquinamento terrestre.
Apple è anche celebre per le scelte “green” che ha fatto negli ultimi anni; queste scelte hanno portato addirittura all’emissione 0, ma continuano comunque ad acquistare materie prime inquinanti prese da altre aziende inquinanti che le prendono da territori “sfruttati”, di questo parleremo tra poco.
A capo della Microsoft, come tutti sanno, c’è Bill Gates. Probabilmente molti di voi sapranno della sua filantropia e del suo aiuto presso i Popoli Africani. Niente di più falso: la “Bill and Melinda Gates Foundation” ha infatti finanziato nel 2009 uno studio sugli effetti di certi vaccini contro il cancro cervicale, e ovviamente su chi avrà condotto queste sperimentazioni? Su 16.000 ragazze di età compresa tra i 9 e i 15 anni in India.
Riassumendo, per evitare di distaccarci troppo dall’argomento principale, queste ragazze furono in poche parole costrette a subire sperimentazioni in cambio di pochi “spiccioli”: i consensi da parte dei genitori (visto che queste ragazze erano minorenni) furono falsificati, spesso con delle impronte che non combaciavano con quelle dei genitori effettivi (essendo analfabeti firmano in genere con delle impronte). E non solo, 120 ragazze ebbero convulsioni epilettiche, mestruazioni precoci con sanguinamenti eccessivi, altre morirono. Stessa sorte accadde a 14.000 bambini, questa volta in Colombia, vittime degli stessi aguzzini.
Le autorità giustificarono la morte di questi ragazzi dicendo che si fossero tutti suicidati buttandosi poi da dei pozzi.
Infine Google, colosso del web ma non solo: si è scoperto relativamente di recente che collaborò col pentagono senza che i dipendenti ne fossero a conoscenza; a seguito delle proteste Google rifiutò la partecipazione ad un progetto con il pentagono, continuando comunque a collaborare con esso su diversi ambiti, tra cui il funzionamento e la ricerca di certi droni militari.
Per non parlare ovviamente, riguardo tutti i colossi dell’high tech, degli scandali sulle violazioni della privacy, dell’obsolescenza programmata, e delle tasse eccessivamente basse che tra l’altro hanno il coraggio di evadere (visto che ormai sono più potenti loro che gli Stati nazionali).
Di quel 14% dell’inquinamento terrestre, provocato dall’industria high tech, il 45% proviene dall’immensa energia utikzizata per far funzionare i vari “cloud” delle varie aziende, mentre il restante proviene principalmente dalla produzione degli hardware (telefoni, tablet, pc, cuffie, e tutto il resto).
Parliamo quindi di questa produzione.
Per produrre questi hardware è praticamente indispensabile un certo materiale: il coltan.
L’80% del coltan utilizzato proviene dalla Repubblica Democratica del Congo; qui, le miniere in cui si estrare il coltan hanno provocato la morte di circa 11 milioni di persone, secondo i dati delle Nazioni Unite.
Queste miniere non appartengono sostanzialmente a nessuno, e basta avere un esercito privato per venire a possesso di questo materiale particolarmente utile.
Esistono guerre continue in Congo: mercenari assoldati da varie aziende che combattono tra di loro per acquisire il controllo delle miniere; e pur di farlo bruciano villaggi, centinaia di villaggi dati alle fiamme con migliaia di abitanti.
E ovviamente, le vittime sopravvissute non avendo più niente per vivere, sono costrette a lavorare in queste miniere per un massimo di 3 dollari al giorno.
E non è finita qui: questo minerale è radioattivo e quindi dannoso alla salute. Che lo sappiano o meno i lavoratori (o schiavi) non importa: centinaia, migliaia muoiono ogni anno per un motivo o per un altro a causa di queste estrazioni del coltan.
Ti può crollare la miniera addosso; non mangiando abbastanza, se sei un bambino o una donna (già, lavorano anche loro, e non hanno il diritto di guadagnare più di 1-2 dollari al giorno) potresti venir a meno delle forze e quindi morire; potresti morire a causa del brigantaggio e degli attacchi da parte dei mercenari; potresti infine morire di cancro o di altre malattie. E se sopravvivi è scontato che hai dovuto pagare un prezzo troppo alto, non sareste più gli stessi: è praticamente impossibile non perdere dei cari in queste situazioni, ed è improbabile uscirne fisicamente illesi.
Questo coltan andrà poi trasportato (con delle navi incredibilmente inquinanti) in delle fabbriche, in genere presenti in Paesi asiatici ancora sottosviluppati.
I lavoratori, anch’essi sottopagati seppur più “agiati” dei compagni Africani, ovviamente verranno a contatto con questi minerali radioattivi.
Una volta finito il prodotto avrà una “vita” media di 2-3 anni, perché le industrie high tech hanno incredibilmente bisogno di questa obsolescenza programmata, in modo tale da incentivare il consumismo e quindi i profitti. Vengono prodotti infatti 1,5 miliardi di telefonini l’anno per una popolazione di 7,6 miliardi di Persone, di cui solo 2,7 miliardi con la possibilità di acquistarne uno.
Quindi, che sia Greta cosciente o meno di tutto questo è relativamente insignificante, ciò che importa davvero è che i manifestanti prendano coscienza dell’ipocrisia che si cela dietro alle manifestazioni del fridays for future.
Manifestare è senza ombra di dubbio legittimo, ma non si può indire una manifestazione pretendendo che rimanga apolitica, specialmente se parliamo di manifestazioni che riguardando questioni come quella dell’ambiente.
La politica è tutto. Qualsiasi istanza che esula dalla vita assolutamente individuale è politica. Ancor maggiormente politica è qualsiasi proposta che voglia, per combattere l’inquinamento, limitare produzione, scambi e consumi… ma forse è meglio parlare di mozziconi.