di Alessia Corona
Non solo la recente fuga dell’orso M49 dovrebbe imporre di concentrare l’attenzione sul benessere e la libertà che meritano gli animali, in quanto esseri viventi dotati di diritti.
Fin dal 1978 infatti, anno nel quale l’associazione LIDA (Lega Italiana dei Diritti degli Animali) promuove la “Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali“, essi dovrebbero essere trattati con rispetto e soprattutto andrebbe garantita loro la libertà di vivere non in gabbia, ma nel loro habitat naturale.
Nonostante ciò, l’UE, la fantomatica grande Unione che finge di battersi per il benessere comune, ignora totalmente qualsiasi diritto che spetterebbe agli animali e, di conseguenza, danneggia anche l’uomo.
Ciò avviene a causa dei sempre maggiori allevamenti intensivi presenti nei territori dell’Unione, i quali vengono finanziati dagli Stati membri con una stima di denaro che varia tra i 28 e i 32 miliardi di euro, ovvero circa il 21% dei fondi pubblici raccolti.
Questi allevamenti presentano condizioni igienico-sanitarie pessime e sono letteralmente luoghi di tortura per gli animali che qui si ritrovano imprigionati.
Ne seguono numerosi danni anche all’uomo, in quanto il 70% della superficie agricola europea è utilizzata per queste fabbriche di massacro animale e dunque le piccole imprese si trovano in ginocchio perché viene negato loro lo spazio per lo sviluppo delle proprie attività.
Inoltre, i numerosi fertilizzanti utilizzati dalle grandi aziende provoca un enorme rilascio di azoto, il quale è tra le principali cause dell’inquinamento mondiale e del conseguente cambiamento climatico che si sta verificando, nonostante le varie tesi contrastanti degli scettici.
Secondo recenti indagini di associazioni e movimenti animalisti occorre al più presto eliminare anche il Wet Market, in quanto l’importazione di animali selvatici in Europa finisce per diventare un grande serbatoio per lo sviluppo di malattie, anche mortali, per l’uomo.
È chiaro ormai che il Green Deal europeo per la protezione ambientale è completamente ignorato, insieme al fatto scontato che i fondi pubblici dovrebbero finanziare per l’appunto il bene pubblico, ma in questo sistema che pensa solamente alle proprie tasche ci si ritrova davanti alla PAC (Politica Agricola Comune) che utilizza il profitto di pochi a discapito di tutti.
Molte proposte elaborate da vari enti sono state stracciate dall’UE, dunque le soluzioni ci sarebbero e non ci si dovrebbe ancora domandare qual è la strada giusta da percorrere per evitare il maltrattamento degli animali e per salvaguardare il nostro Pianeta, ormai agli stremi della resistenza.
Una cosa rimane certa: l’uomo continua a compiere veri e propri crimini contro la fauna e ne nega la libertà, ma solo quando l’essere umano riuscirà a rispettare gli altri uomini potrà, forse, sviluppare maggiore coscienza morale anche nei confronti di tutti gli altri essere viventi.