Non possiamo che denunciare ciò che sta come al solito passando in sordina. Il cambio di politica da parte di Bolsonaro in Brasile è un evidente segnale che dovrebbe metter in allerta tutti i socialisti del mondo su ciò che con molta probabilità avverrà tra la fine di novembre e l’inizio dicembre di quest’anno già tragico.
È stato comunicato infatti un cambio di politica delle difese nazionali, volto a “contribuire alla risoluzione delle controversie” fuori dal Brasile; insomma, la versione “mini” e sudamericana dei “poliziotti del mondo”, gli Stati uniti. Non serve un indovino per comprendere il fine di questo cambio, visto che sono ormai mesi che il regime nordamericano, seguito dalla colonia brasiliana, manifesta un certo desiderio nell’intervenire militarmente in Venezuela. Conoscendo la prassi e il copione solitamente messo in atto nei “Paesi canaglia”, possiamo tranquillamente dire che questa decisione punta a metter le “basi legali” per poter intervenire militarmente nella Repubblica del Venezuela, dove si terranno le elezioni il 6 dicembre, salvo posticipazione per via dell’emergenza covid, come hanno già accennato diversi dirigenti statali. Sarà dunque inevitabile l’ennesimo girone di fake news che gireranno nei prossimi mesi, affermando che il “regime di Maduro” non voglia indire le elezioni – nonostante il Venezuela ne abbia avute più dei Paesi europei –, che ci siano brogli, o che i chavisti stiano ostacolando l’opposizione. Insomma, invitiamo tutti a tener sott’occhio la situazione in America Latina e di non cadere nella becera propaganda imperialista che sta già cercando di far cadere Lukashenko in Bielorussia, perché, dopo la recente vittoria dei comunisti in Guyana, rischiamo di avere un altra Bolivia.