Venerdì 25 settembre sarà la prima occasione post-lockdown per protestare contro la mala-gestione della scuola da parte del ministro Azzolina e contro l’estrema precarizzazione nella quale stanno precipitando non solo i lavoratori del settore, colpiti da mancate assunzioni e assegnazioni di cattedre, ma la classe lavoratrice tutta.

L’emergenza coronavirus e la gestione del lockdown hanno dimostrato come gli unici interessi tutelati siano sempre e soltanto quelli dei possessori di grandi capitali, che hanno potuto continuare ad arricchirsi in maniera indiscriminata mentre la “plebe” era, ed è, assediata dall’emergenza sanitaria, dalla povertà, dalla disoccupazione e dall’incertezza.

Particolarmente delicata è la situazione degli studenti, studenti-lavoratori in primis, ignoranti durante tutta la fase emergenziale e ora abbandonati a se stessi in classi non idonee alle linea guida per il rientro imposte dal ministero e senza possibilità se non il rassegnarsi ad una scuola sempre più classista, elitaria, rigorosamente virtuale e privatizzata. La mobilitazione di venerdì deve raccogliere tutte le fasce sociali che hanno subito sulla loro pelle in questi l’indifferenza dello stato borghese: disoccupati, precari, studenti medi ed universitari, con le relative famiglie, senza dimenticare l’emergenza carceraria, in corso oramai da decenni e l’umiliante condizione di tutti quei lavoratori “fuori dai radar”, invisibili che dai campi ai capannoni vengono sfruttati senza la minima tutela. È necessario manifestare pienamente l’ostilità ad un governo che si è fatto beffe degli italiani, che non è interventuo a tutela dei più deboli, che ha preferito comportamenti sclerotici e contraddittorio ad un approccio realistico, ponderato e sociale all’emergenza sanitaria ed economica. Un governo che con il recente taglio dei parlamentari si appresta a porre fine ad ogni rimasuglio “democratico” delle istituzioni. Ed è anche fondamentale impedire che passi la narrazione di un’Europa “amica”, che tramite il recovery fund sta intervenendo per risolvere le situazioni di disagio sociale: così non è. Il Recovery Fund, oltre ad essere una soluzione fumosa e dall’applicazione pratica nel futuro, non si delinea come un “regalo” alle masse, ma anzi come la promessa di nuovi cicli austeritari, con tutto ciò che ne deriva.

Con queste rivendicazioni anche noi venerdì 25 saremo nelle piazze italiane contro un sistema inumano, sempre più autoritario e nemico degli studenti e dei lavoratori.