Ancora una volta l’unione imperialista USA-UE ha dimostrato di rifiutare, con totale spregio del diritto internazionale, un risultato elettorale avverso ai diktat della democrazia filoccidentale.
Dopo Maduro e Morales, ora il nemico pubblico, il dittatore da abbattere con rivoluzioni colorate supportate da lobby e mass media, è Alexander Lukashenko, colpevole di aver vinto le elezioni del 1994 contro le forze liberali, ma soprattutto di essere l’unico parlamentare ad aver votato contro la dissoluzione dell’URSS nel 1991.
Poco importa che Lukashenko abbia vinto le elezioni (monitorate da circa 200 osservatori internazionali, nessuno dei quali ha minimamente sollevato l’ipotesi di brogli) con la significativa percentuale del 80.23%.
Anche stavolta, come dopo la vittoria del 2006 e la tentata, fallimentare, rivoluzione dei jeans, i paladini della democrazia occidentale spalleggiati dalla totalità dei mass media da destra a “sinistra”, puntano il dito e gridano alla dittatura.
Il nemico che suscita paura e indignazione all’occidente non è un presunto dittatore, ma l’antimperialismo. La vittoria di Lukashenko fa paura perché dimostra che davvero un altro mondo è possibile, che il socialismo funziona e che è voluto da milioni di persone.
A questo proposito, ricordiamo che nel 2018 il tasso di disoccupazione in Bielorussia era inferiore allo 0.7% e che la statalizzazione di scuola, sanità e servizi pubblici la rende a tutti gli effetti una nazione autonoma e autosufficiente.
Lukashenko non vuole che la Bielorussia diventi una pedina nella scacchiera capitalista targata Nato: rifiuta da sempre l’ingresso delle multinazionali legate all’industria bellica, si oppone alla svendita delle risorse e delle industrie del Paese, è contro le privatizzazioni e le aperture del mercato promosse dalle forze liberali.
Tutto questo è intollerabile per i “democratici” occidentali. La Bielorussia rischia di diventare una nuova Ucraina, gli oppositori sono i soliti noti gruppi di filonazisti, di estremisti religiosi e di agenti stranieri che si muovono con il totale appoggio dei media e di una certa sinistra fantoccio.
D’altro canto, le dichiarazioni di sostegno verso la Bielorussia e il suo legittimo presidente sono arrivate da Cuba, Venezuela, Repubblica Popolare Cinese, Partito Comunista della Federazione Russa. Soggetti, questi, che rappresentano una forza pericolosa in quanto poco manipolabile dalla longa mano atlantica.
Le immagini degli scontri di piazza a Minsk dimostrano chiaramente che ci troviamo di fronte a una protesta di una minoranza contro un risultato elettorale. E dimostrano anche che la repressione del Governo bielorusso è nulla, rispetto a quella che in Italia viene messa in campo contro gli scioperi dei lavoratori e alla quale i governi occidentali ci hanno abituati a livello internazionale.
Condanniamo con forza le ingerenze dell’Unione europea e della Nato in Bielorussia, nella convinzione che ogni popolo abbia il diritto di autodeterminarsi scegliendo i propri rappresentanti.
Consideriamo ridicolo il fatto che i media asserviti ai Paesi capitalisti, da una parte definiscano dittatura il Governo Lukashenko, mentre dall’altra appoggino governi criminali, come l’Arabia Saudita e Israele, e applichino la dittatura del capitale che impoverisce milioni di lavoratori.
SOSTENIAMO LA GIUSTA CAUSA DEL POPOLO BIELORUSSO
E DEL SUO PRESIDENTE LEGITTIMAMENTE ELETTO
:

  • per la sovranità popolare: non può esistere democrazia e autodeterminazione, laddove le scelte di un popolo siano legate a direttive esterne.
  • per impedire una nuova Maidan, un nuovo regime indubbiamente autoritario e violento ma liberale, pertanto supportato e difeso dall’Occidente.
  • per la coerenza storica che impone il sostegno verso chi, insieme a pochi altri, lottò contro lo scioglimento dell’Unione Sovietica e ne portò avanti le politiche sociali ed economiche.
  • per la pace: le destabilizzazioni e le missioni di pace hanno causato morte e distruzione dall’Iraq alla Jugoslavia, per non parlare delle trincee che ancora dividono le città del Donbass.
  • per il socialismo, nella cui direzione è rivolta la politica dello Stato bielorusso, un’oasi in un’Europa sempre più totalitaria e assoggettata al potere tecnocratico/capitalista.
  • per impegno antifascista, che si traduce concretamente con le politiche anticapitaliste e con l’opposizione, sia alle forze neofasciste che insidiano la Bielorussia, sia ai loro sostenitori in Italia e in Europa.
  • per solidarietà internazionalista, che ci impone di tendere la mano al popolo bielorusso aggredito e umiliato dall’imperialismo euro-atlantico.

Da Comunisti, rivolgiamo un appello a tutte le forze antimperialiste, progressiste e democratiche, per la mobilitazione contro le ingerenze straniere a danno della Repubblica di Bielorussia.
L’Unione Europea non riconosce Lukashenko e noi, ancora una volta, non riconosciamo l’Unione Europea.

PROMUOVONO

M-48

Partito Comunista – Genova

ADERISCONO

Partito Comunista – Umbria

Collettivo ‘Spread it!’

Roberto Vallepiano

Massimo Recchioni

Stefano Zecchinelli

Partito Comunista – Liguria

Risorgimento Socialista

Partito dei CARC – Umbria

Partito dei CARC – Lombardia

Partito dei CARC