Qualche giorno fa, parte dell’Italia ha assistito a un crollo delle temperature come probabilmente non c’era mai stato prima. Sbalzi di oltre dieci gradi centigradi nell’arco di una sola notte. L’estate è finita, ma ciò non vuol dire che un avvenimento del genere debba essere o diventare normale.
Bombe d’acqua, troppo brevi e troppo intense, o grandinate fuori stagione. Davvero vogliamo che i nostri autunni futuri siano ricordati per sbalzi di temperatura e fenomeni atmosferici ben poco naturali? Come fare per cercare di invertire la rotta?
Qualunque attività umana inquina, anche la sola respirazione. Ecologia però non vuol dire “suicidio di massa per lasciare che gli animali abitino la Terra in pace senza di noi”. La natura (o Dio, come si preferisce) ci ha dotati di un cervello abbastanza sviluppato da poterci permettere di trovare una soluzione prima di estinguerci.
E allora perché quel che si fa non basta mai?
Perché solitamente si colpevolizza soltanto la cartaccia buttata dal singolo, e non il petrolio sversato in mare a causa di incidenti o guasti, o la presenza di basi nucleari fornite di fior di atomiche come deterrente, che pure inquina di più.
Ma il singolo cosa può fare, salvo tentare una protesta durante giorni scolastici o ripulire qualche parco che dopo pochi giorni sarà sporco quasi quanto prima?
Quindi cosa manca?
Manca la volontà politica. La volontà politica di far capire che anche l’inquinamento del comune cittadino danneggia, ma che soprattutto quello delle attività produttive, dei ricchi e quello militare fa peggiorare la situazione climatica.
Quest’ultimo sarà l’argomento del presente articolo.

Ghedi è una delle due basi che ospitano bombe atomiche statunitensi sul territorio italiano (con quelle di Aviano si arriva a un numero compreso tra le 70 e le 90 unità, la metà di quelle presenti in tutto il continente europeo).
Questa base militare è posta a meno di 20 km da Brescia, e al momento è soggetta a un piano di ammodernamento, alla costruzione di una “base nella base”, che sarà accessibile soltanto ai militari statunitensi e su cui l’esercito italiano non ha alcuna autorità. La ditta che ha vinto l’appalto è la Matarrese, di Bari, che sei anni fa è fallita e ora deve rispondere di bancarotta fraudolenta. Precisamente, sono in costruzione quindici hangar che ospiteranno due F35A ognuno. Questi velivoli sono compatibili con le atomiche B61-12, che sostituiranno le “obsolete” B-61. Non si sa quante bombe saranno alloggiate nella base, ma si sa che la capacità degli F35A permette di disporre fino a 60 atomiche (due per velivolo), e che le B61-12 hanno quattro livelli d’azione regolabili, sia per quanto riguarda la distanza, sia per l’intensità.
Al momento dell’ipotetico utilizzo verranno poste nella pancia degli aerei, per non essere rintracciate dai radar. Utilizzo sempre più probabile con l’acuirsi della crisi climatica.
L’Orologio dell’apocalisse, per entrambi questi motivi, ormai (2020) segna 100 secondi alla mezzanotte, cioè alla fine della specie umana sulla Terra.
Ma cosa vuol dire questo?
L’Orologio dell’apocalisse è un orologio metaforico ideato nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago. Mai erano mancati meno di due minuti alla mezzanotte. Mai prima di quest’anno. Ciò vuol dire che, sia dal punto di vista climatico sia da quello degli armamenti nucleari, non siamo mai stati così vicini a una nostra fine.
Questo sia perché alcuni governi fremerebbero per usare i propri ordigni nucleari (uno su tutti: gli Stati Uniti), sia perché gli armamenti dipendono sempre di più da sistemi automatizzati, con l’aumento del rischio di detonazione accidentale e di cyberterrorismo, sia a causa del cambiamento climatico.
Infatti una buona parte (25%) dell’inquinamento del suolo e dell’aria viene proprio dalle iniziative militari, e soprattutto dalle basi nucleari. Cosa che porta alla distruzione delle risorse della Terra (acqua e riserve alimentari) e conseguentemente all’aumento delle migrazioni.
Una guerra nucleare provocherebbe una distruzione di proporzioni inimmaginabili, con miliardi di morti, un altissimo inquinamento radioattivo e un inverno nucleare che potrebbe forse annientare la nostra specie insieme a molte altre.

Eppure si tratta di un argomento per lo più ignorato anche da molti di coloro che si definiscono ambientalisti (tra cui una parte dei giovani di Fridays For Future), ma che sono a favore di un utilizzo dell’energia delle centrali nucleari soltanto perché non produce diossido di carbonio. Pensando che in qualche modo si troverà una soluzione per lo smaltimento delle scorie, e tacendo sull’inquinamento di queste e delle radiazioni quando si tratta di test o incidenti statunitensi, o di centrali nucleari francesi. Perché ben poco si ricava, anche in popolarità, ad andare contro le nazioni occidentali vincitrici della Seconda Guerra Mondiale. (1)

Approfondimenti:

(1) https://www.lavinium.it/lista-degli-incidenti-e-delle-anomalie-correlati-allutilizzo-dellenergia-nucleare/