DAL COMPAGNO RUSSO ISKANDER, TRADOTTO DA FILIPP

Una lotta economica non è priorità dei comunisti perché noi non vogliamo solo migliorare in parte la situazione della classe operaia all’interno del Capitalismo. Ciò è il destino dei social-democratici.

Il comunista sa che le concessioni conquistate sono temporali e che, ovviamente, la borghesia le ritirerà, Inoltre, questa carità non puo’ risolvere i problemi autentici e principali del proletariato. Perché i social-democratici sono nemici dei comunisti. Essi portano la lotta di classe nella direzione sicura per la borghesia, spesso perfino nella direzione vantaggiosa a questa. Ovviamente, la lotta economica è una forma di lotta di classe e noi non dobbiamo ignorarla. La lotta economica deve essere usata per organizzare il proletariato e incanalarlo nella lotta politica. In parallelo, dobbiamo combattere in una delle più importanti sfere della nostra attività, ideologica e teorica, insomma riassumere e riciclare un’esperienza che ha dato risultati nella pratica. Individuare le parti più rivoluzionarie, gli elementi più utili per il proletariato, con l’obiettivo del loro ulteriore sviluppo e utilizzo.

Proprio come la lotta solo per gli interessi economici dei lavoratori, così la lotta solo per il miglioramento della posizione delle donne sotto il Capitalismo non puo’ essere un bersaglio per noi, ma dovrebbe, durante questa lotta, organizzare e dirigere le donne e specialmente le donne proletarie nella lotta politica per il Socialismo. Ne consegue che la stragrande maggioranza del movimento femminista è reazionaria ed è una manifestazione di politiche socialdemocratiche bugiardе.
Tuttavia, i comunisti sono obbligati a considerare questo movimento in modo specifico. Uno sguardo più attento rivela che esso è eterogeneo e diviso in diverse direzioni, naturalmente e politicamente. Tra di loro, c’è una parte relativamente piccola che, nella sua lotta per la promozione delle donne, ha costantemente indicato la ragione principale di questa situazione, ovvero il dominio di classe della borghesia. Essi sostengono che risolvere i problemi-chiave delle donne proletarie (che costituiscono la maggioranza assoluta delle donne) è possibile solo sotto il Socialismo, che la vera uguaglianza può essere raggiunta solo sotto il Comunismo.
Inoltre, studiano le peculiarità dell’oppressione della donna proletaria sotto il Capitalismo e, usando l’approccio marxista, sintetizzano questa conoscenza in opere teoriche e la applicano come guida all’azione. Attraverso queste opere, le femministe-marxiste si impegnano in una lotta intellettuale-teorica contro le correnti borghesi del femminismo, esponendo la loro natura anti-proletaria reazionaria. Questa ala nel movimento femminista può essere chiamata rivoluzionaria. Certo, l’ideologia borghese prevalente la colpisce in una certa misura, così come la teoria e la pratica proletaria e comunista (correnti opportuniste e revisioniste nel marxismo).

Obiettivo di ogni comunista è identificare la moderna parte rivoluzionaria del movimento femminista, studiare le disposizioni teoriche di tale movimento, assistere nell’elaborazione di tali disposizioni mediante critiche inter partes e partecipare alla loro elaborazione, con successiva applicazione di tali disposizioni messe in pratica, insieme con le femministe-marxiste, al fine di coinvolgere le donne proletarie nella lotta politica generale di classe proletaria.

Ciò è ora estremamente rilevante. Senza la sua risoluzione, il nostro obiettivo comune non può essere raggiunto! L’assalto generalizzato della reazione colpisce soprattutto gli strati più oppressi del proletariato, comprese le donne. La parte più attiva di queste alza la testa alla ricerca delle ragioni della propria situazione, alla ricerca di una vera via d’uscita. Date le dimensioni ridotte dell’ala marxista in questo crescente movimento, la maggior parte cade sotto la bandiera di ogni sorta di corrente borghese. Ciò soddisfa più che altro la borghesia e i suoi servitori, che in vari modi cercano di lasciare la situazione di oppressione delle donne proletarie nel suo stato attuale. А loro volta i comunisti, nella maggior parte dei casi ignorando, e talvolta apertamente disprezzando, le attività delle femministe-marxiste, volontariamente o involontariamente, diventano di fatto alleati e complici della borghesia. Invece di aiutare, tradiamo le nostre Compagne e, di fatto, cediamo una delle linee di fronte strategicamente importanti della lotta di classe senza combattere. Tale acquiescenza è reazionaria e inaccettabile per noi, perchè dannosa per la nostra Grande Causa Comune.

È vitale che il movimento comunista faccia del suo meglio per risolvere la contraddizione tra l’ala marxista delle femministe e il movimento stesso. Così facendo, daremo il forte impulso all’ulteriore sviluppo della nostra Causa Comune, ossia la liberazione del proletariato.

Questo è il dovere di tutti noi.