20-21 Febbraio-mobilitazione nazionale per il Socialismo

“Schiavitù o Socialismo: altra alternativa non v’è” 

Carlo Pisacane

“Bisogna prendere, non richiedere i diritti; impossessarsene, non elemosinarli.“

José Martí

Lo stato d’emergenza emanato dalle istituzioni è ormai in vigore da più di un anno. Ma nonostante i mesi passati la famosa “luce in fondo al tunnel” non sembra voler comparire. Per giustificare ciò, per giustificare il fallimento dello stato italiano, si sono chiamati in causa a più riprese capri espiatori di varia natura, dai “runner” alla movida, dai bar ai cenoni. Il covid-19, propagandato come l’imprevista calamità che come un fulmine squarcia il cielo sereno, continuerebbe ad imperversare nel nostro paese  a causa dell’irresponsabilità individuale. Ma questa narrazione non è solo falsa: è assolutamente pericolosa.

Non si tratta di responsabilità individuali, quello che stiamo vivendo ha radici ben diverse. E non si tratta nemmeno del virus, altro dito dietro al quale si cerca di nascondere la Luna. Come testimoniano numerosissimi esempi in tutto il mondo, dal Vietnam al Venezuela, il coronavirus può essere gestito, e persino senza generare enormi ricadute economiche e sociali. Ma la narrazione emergenziale e catastrofista oggi imperante ci dice altro: la colpa è la nostra, non possiamo che sacrificarci ad un nuovo dio geloso ed insaziabile. Ma la realtà è, ancora una volta, ben diversa. Davanti abbiamo il fallimento di un sistema spacciato per inciampo imprevisto. Il covid non ha creato l’attuale situazione, si è limitato a catalizzare, peraltro in maniera indiretta, processi già iniziati, tendenze già saldamente presenti. L’emergenza è una maschera da apporre al fallimento del capitalismo, un utile scusa per giustificare una mastodontica crisi economica e sociale e la più grande svolta securitaria e repressiva degli ultimi decenni. 

Non è stato il covid-19 a chiudere gli ospedali e a privatizzare la sanità, non è stato il covid-19 ad imporre misure austeritarie che hanno atrofizzato la nostra economia, non è stato il covid-19 a costruire le classi pollaio e a dissanguare i poli universitari, non è stato il covid-19 a privare la Repubblica Italiana delle minime capacità d’azione, sacrificate sull’altare del libero mercato e dell’integrazione europea. No, il covid-19 non è il responsabile di tutto questo.

Il responsabile è uno solo: il sistema capitalista. E’ indubbio come la pandemia abbia rappresentato per molti un’enorme possibilità per aumentare le proprie ricchezze e per provare ad aumentare il proprio potere, mentre per le masse non ha rappresentato che miseria e privazioni. Questi “molti” non sono altro che i settori più aggressivi e potenti della classe borghese. I numeri parlano chiaro: i miliardari hanno visto il proprio patrimonio aumentare, mentre milioni di persone sono state costrette a fare i conti con la dissoluzione delle poche certezze rimaste, e finanche la repressione di ogni forma di socialità ed associazione.

Il vero virus è il capitalismo. Il vero nemico non è “invisibile”, come presentato quotidianamente dai media, ma è reale, in carne ed ossa, ed è la classe dominante. 

Alle loro prospettive di povertà ed oppressione, ai loro sogni totalitari, noi rispondiamo con la lotta per una nuova Italia, per un nuovo mondo. All’infernale distopia del dispotismo del mercato noi rispondiamo con la costruzione del potere popolare.

La rassegnazione alla “nuova normalità” sta già cedendo il passo all’aperta contestazione dell’attuale stato di cose: in tutto il paese sempre più frequenti e diffuse sono le mobilitazioni contro la crisi e il disinteresse dello Stato.  

E mentre l’organizzazione popolare si fortifica, sempre più confusi e spaventati appaiono i nostri governanti. Incapaci ormai di dettare un qualsiasi piano d’azione, abbandonati alla più bieca improvvisazione utile solo a garantire ancora qualche settimana di profitto ai propri padrini essi non hanno più il diritto di considerarsi i legittimi depositari della rappresentanza nazionale.   

Il comportamento arrogante ed infame delle istituzioni ha causato una frattura insanabile fra esse e il popolo. Il patto sociale può dirsi ora ancor più rotto. Non può più sussistere l’illusione di un sistema democratico volto alla tutela delle nostre  libertà e dei nostri diritti: l’operato emergenziale ha dimostrato come le consuetudini e le norme siano sempre pronte a cedere il passo se non confacenti agli interessi della classe dominante, mentre mai si è assistito a simili comportamenti per alleviare la vita delle masse, nonostante gravissime congiunzioni sociali ed economiche.

 La crisi in cui il tracollo di questo sistema ci ha gettati ha una portata storica ben più grande delle chimere del MES o del Recovery Fund. La penosa lotta per arraffare quante più briciole di  questi improbabili finanziamenti a strozzo non fa che rinfoltire il quadro d’insieme di uno stato marcescente e giunto alla sua fase terminale. 

Semplicemente, il sistema attuale non è più in grado di governare le forze da esso stesso evocate, e inferocito per questo riversa tutta la sua furia e tutto il suo astio sulle masse. Non possiamo che accelerarne l’inevitabile trapasso, e costruire sulle sue macerie un mondo nuovo, migliore, più giusto.

Per una nuova Italia!

20 e 21 febbraio: lottiamo per costruire una nuova Italia!

Questo sistema ha dimostrato di non essere minimamente in grado di tutelare gli interessi del popolo, ma unicamente dell’alta borghesia nazionale ed internazionale. Le istituzioni e le forze politiche che le occupano non rappresentano nessuno se non la loro stretta consorteria. Serve una rottura, serve la costruzione del potere popolare, unico strumento per tutelare la salute, il futuro e i diritti delle masse! 

Non è più il tempo di mendicare ciò che ci spetta di diritto, è tempo di prenderselo!
Lottiamo contro ogni ipotesi di nuovo governo liberale, europeista ed atlantista!
Lottiamo perché i costi della crisi siano pagati dai responsabili di questa!
Lottiamo per una nuova Repubblica, per una nuova Italia, per il Socialismo!