È notizia di questi giorni che alcuni compagni del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali e di Genova Antifascista hanno subito, nel cuore della notte, perquisizioni nelle loro abitazioni, perquisizioni legate ad un impianto accusatorio riguardante le azioni in contrasto all’attracco della famigerata “nave delle armi” Barhi Yanbu nel porto di Genova. Sappiamo bene che tali operazioni rappresentano il culmine di una serie di misure repressive ai loro danni che si sono succedute nel corso di anni di profondo impegno nella militanza politica e nella lotta a difesa dei lavoratori.
Come organizzazione politica non possiamo che denunciare il clima progressivamente sempre più repressivo delle forze di polizia e dell’apparato di sicurezza borghese, sia in Italia che nel resto d’Occidente, e non possiamo che dichiarare la nostra totale solidarietà ai compagni coinvolti, ed anche a tutte le compagne ed i compagni del CALP e di Genova Antifascista che ormai da anni devono fare i conti con una pressione sempre maggiore da parte delle autorità volta a reprimere battaglie fondamentali come quelle che hanno da sempre contraddistinto le realtà in questione: una decisa affermazione dell’antifascismo in ogni aspetto del dibattito politico, il rifiuto a girarsi dall’altra parte ed essere complici di veri e propri genocidi che proseguono tristemente e colpevolmente da anni nel mondo nonostante le ampie denunce internazionali, e la lotta per l’affermazione dei diritti dei lavoratori e la tutela ed il rispetto del posto di lavoro.
Tutte battaglie assolutamente legittime, che addirittura rimandano a principi costituzionali richiamati dallo stesso Stato borghese, e come tali non si comprende come possano essere oggetto di qualsivoglia indagine, figuriamoci di un’operazione di tale scala.
Non abbiamo mai avuto il piacere di collaborare con le realtà politiche in questione, ma riconosciamo in loro delle compagne e dei compagni nella nostra lotta, e quindi speriamo di avere presto la possibilità di poter concretizzare nei fatti la solidarietà alla loro battaglia che vogliamo esprimere con queste parole.