DI OMAR CURRO’

Nell’articolo precedente abbiamo analizzato la contraddittorietà delle dichiarazioni e delle azioni del governo sulla volontarietà del vaccino, che nonostante sia posto come azione volontaria ma fondamentale per il bene comune, viene imposto con ricatti e privazioni assurde, in particolare, si prospettava licenziamento o demansionamento per i sanitari secondo il Dlgs 81/2008.

Adesso dai convenevoli si è passati all’azione con la proposta di legge per l’obbligatorietà del vaccino per i sanitari, e lo scudo penale per medici e infermieri impegnati nelle somministrazioni.

Per avere un giudizio lucido sulla questione, è necessario analizzare a pieno gli eventi, e in particolare le profonde contraddizioni sotto gli occhi di tutti.

Viviamo in paese in cui la sanità è sottomessa al mercato, ridotta all’osso da decenni di tagli alla sanità, un paese che dipende fortemente dalle multinazionali del farmaco e la cui politica sanitarie viene fortemente influenzata non solo da queste, ma anche dalla geopolitica, che ci impone, nonostante la carenza dichiarata di vaccini, di non poterne acquistare a priori da Russia, Cina o altri paesi nemici della NATO.

La gestione dell’epidemia in Italia è stata fallimentare sin dall’inizio, non perché non avevamo i vaccini per affrontare la crisi, ma perché non avevamo personale e strutture a causa dei tagli, non avevamo mezzi pubblici e statali per produrre ciò di cui avevamo bisogno, essendo costretti a cercarli all’estero e da privati che come unico scopo hanno il profitto.

Tutto questo, accompagnato da scandali economici e finanziari, verbali secretati, strumenti antidemocratici come i DPCM, e una gestione che volontariamente ha penalizzato le piccole e medie imprese, favorendo la crescita poderosa del grande capitale.

(https://group30.org/images/uploads/publications/G30_Reviving_and_Restructuring_the_Corporate_Sector_Post-Covid.pdf)

Sulla questione vaccini, lo scoppio delle contraddizioni è stato clamoroso, vaccini prodotti da soggetti privati, ipertutelati, con contratti segretati, che non rispettano le consegne delle dosi, che fanno studi parziali ed incompleti. La sicurezza del vaccino viene ribadita con una propaganda martellante, mentre vengono ritirati lotti, vengono cambiati nomi, vengono cambiati bugiardini e si cambiano le modalità di somministrazione.

In tutto questo, l’obbligo di vaccinazione per i sanitari è la gigantesca pezza dell’uomo forte al comando, che impone ad una minoranza per il bene di tutti, puntando il dito contro il facile nemico sviando l’attenzione dalle contraddizioni e dal vergognoso operato del nostro governo, ma soprattutto dalle conseguenze di un ideologia neoliberista.

Questo passo sarà fondamentale per passare poi a successive politiche sanitarie autoritarie, ma soprattutto, per un’accelerazione della deriva autoritaria di un sistema ormai allo sbando.

Oltretutto, pare non sia garantito che i vaccinati non trasmettano l’infezione, e guardare al vaccino come speranza finale e assoluta, trattandosi di un virus estremamente soggetto a mutazioni, che potrebbero renderlo inefficace, risulta miope.

Soprattutto risulta ancora una volta contraddittorio questo atteggiamento misto al fatto che le case farmaceutiche iper-tutelate e foraggiate di fondi pubblici ritardino le consegne senza alcuna conseguenza, mentre si rifiuta di prendere in considerazione la possibilità di accedere al vaccino russo o ad altri, screditati a prescindere per motivi geopolitici più che sanitari.