di andrea gallazzi

È da più di una settimana ormai che dalla Colombia giungono immagini di scioperi, proteste e manifestazioni che, se inizialmente erano pacifiche, a seguito della violenta repressione della polizia si sono trasformate in rivolte violente, che hanno toccato moltissime città colombiane, tra cui, principalmente, la capitale Bogotà.
Le proteste sono cominciate non appena il governo capitalista e filo statunitense di Ivan Duque ha annunciato una riforma fiscale, la quale prevedeva di abbassare il salario minimo per la tassazione a 656$, e che di conseguenza avrebbe fortemente colpito le classi sociali più deboli della popolazione, già in difficoltà a causa della profonda crisi economica del paese causata dalle politiche liberiste e dalla pandemia. Inoltre, mentre il governo utilizzava la scusa che questa riforma fiscale serviva ad incrementare lo stato sociale del paese, passava un disegno di legge che prevedeva la privatizzazione del sistema sanitario colombiano.


La copertura mediatica in Occidente è minima, i nostri telegiornali non si sono nemmeno degnati di nominare la brutale repressione in atto contro il popolo, non è raro infatti trovare video di persone pestate a morte dalle forze speciali, oppure video di elicotteri che sparano sulla folla, o ancora la polizia che spara ad altezza uomo. Ma tutto ciò non importa ai media occidentali, a loro tutto ciò interesserebbe se fosse avvenuto in Venezuela, in Bolivia, a Cuba, in Russia, in Iran, in Cina, allora sì che avrebbero parlato solo di quello, riportando parola per parola ogni affermazione di ogni politico che avrebbe espresso la sua opinione (favorevole) sulle proteste. Ma in Colombia è diverso, in Colombia c’è il capitalismo, c’è il narcotraffico statale, c’è un governo che lecca i piedi allo zio sam. La riforma fiscale è solo una delle cause di questa protesta, dietro ci sono anni (decenni) di massacri di leader sociali, di genocidio contro gli indigeni, di repressione dei lavoratori. Non c’è stato un solo giorno in questi ultimi anni (nemmeno uno) senza che dalla Colombia arrivasse la notizia che un leader sociale era stato “misteriosamente” ammazzato, ma noi abbiamo sempre saputo chi era il mandante (i governi) e chi la mano (i narcotrafficanti), e oggi ne abbiamo conferma.


Decine e decine sono, per ora, le persone brutalmente ammazzate, e oltre un migliaio i feriti. La polizia non risparmia i colpi dei fucili, delle pistole, dei manganelli e, addirittura, sono arrivati ad utilizzare mezzi blindati (si vedono video con carri armati che sparano contro i manifestanti) ed elicotteri. Ormai la Colombia è in un totale stato di guerra civile, da una parte i lavoratori, gli indigeni e i movimenti popolari e dall’altro il governo capitalista filo statunitense. Le condanne dell’Onu, chiaramente, sono solo parole al vento e nessuno si è degnato di riportarle, mentre il massimo che si riesce ad ottenere dal governo del “progressista” Biden è un invito alla non violenza, niente sanzioni o embargo in questo caso? A quanto pare no, visto che Duque è una marionetta molto importante nel controllo del sudamerica da parte degli USA tramite il narcotraffico e il capitalismo.


È arrivato inoltre un video di denuncia dalla Segunda Marquetalia, dalle Farc-Ep (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia-Ejército del Pueblo), nel quale denunciano la violenza della polizia e la repressione del popolo, esortando Ue e Onu a denunciare ciò che sta avvenendo e dove accusano inoltre il governo di aver ucciso i leader sociali, tra i quali erano presenti anche ex membri delle Farc, e inneggiano a un cambiamento della società colombiana, che esso avvenga per via pacifica, costituzionale, o per via insurrezionale.

Man mano che la crisi avanza il capitalismo mostra il suo vero volto, dimostra sempre più che la democrazia liberale è una questione puramente estetica e formale, mentre di fatto domina il dispotismo dei grandi imprenditori, della grande finanza: del grande Capitale che non ci pensa un secondo a utilizzare il suo braccio armato, il fascismo (in Sudamerica rappresentato, oltre che dalla polizia, anche dai narcotrafficanti) contro chiunque minacci i suoi interessi economici.
Noi, come comunisti, dobbiamo condannare le azioni del governo fantoccio colombiano e supportare completamente le rivolte popolari attualmente in corso.