Sabato 22 maggio abbiamo avuto il piacere di presenziare come ospiti al Sesto Congresso Internazionale Antinazista, organizzato da diversi soggetti e personalità del mondo ex-sovietico per combattere le tendenze fascistoidi sempre più presenti e delineate all’interno dei regimi liberali occidentali. A causa delle restrizioni agli spostamenti, l’incontro si è dovuto tenere via etere. Ciononostante non sono mancate le occasioni per costruire un interessante e proficuo dibattito sulla gravissima campagna revisionista in atto in Occidente, di cui l’equiparazione fra Socialismo reale e nazifascismo non è che l’aspetto più evidente, oltre che sulla resistenza delle Repubbliche Popolari della Novorossya e sui tentativi di destabilizzazione imperialisti in Bielorussia.

Intervenuti da diversi paesi hanno riaffermato i valori dell’internazionalismo e della lotta per il Socialismo, provando nella realtà che la bugie imperialiste hanno le gambe corte: i lavoratori di tutti i paesi si tendono la mano, le loro avanguardie si organizzano per l’abbattimento di ogni sistema d’oppressione.

Pubblichiamo di seguito gli interventi del sindacalista Fabio Frati, del nostro intervenuto Andrea Gallazzi e della compagna Lyubov Korsakova, che ha aperto i lavori del congresso.

“Cari amici e compagni,
discuteremo del tentativo di cancellare dalla storia e dalla mente di tutti gli uomini, oltre 150 di storia del Socialismo e dei suoi simboli.
È questo l’ultimo passaggio della guerra delle elite neoliberiste muovono ogni giorno contro i diritti e le condizioni di vita di miliardi di individui del pianeta.
Costoro erano convinti che dopo gli avvenimenti del dicembre ’88 e del ’89, Gorbachev annunciò alle Nazioni Unite la fine della “Guerra Fredda”, la caduta del Muro a Berlino, Perestrojka, Glasnost, si era finalmente arrivati alla “Fine della Storia” (Francis Fukuyama).
Costui sosteneva che con l’imminente collasso dell’URSS, l’ultima alternativa ideologica al Liberismo era stata eliminata.
Dopo la sconfitta del regime fascista in Italia e di quello nazista in Germania, con il Comunismo implodente in Russia, anche la Cina avrebbe abbracciato il liberismo dotandosi di un governo rappresentativo e aprendosi al libero mercato e alla cultura consumistica. La “comune eredità ideologica dell’umanità” sarebbe stata sotto il segno del liberismo.
Dopo la caduta del comunismo e il collasso dell’Unione Sovietica nel ‘91, secondo le elite neoliberiste il mondo era pronto per un’ideologia unica e per un “pensiero unico”.
Dispiegando la globalizzazione neoliberista però, “l’unico mondo possibile” si è materializzato per centinaia di milioni di europei con peggioramento generalizzato delle condizioni di vita, dei salari, della perdita di sovranità, a causa delle politiche di austerità imposte dalle oligarchie finanziarie che controllano l’Unione Europea.
Milioni di europei hanno capito a proprie spese che il globalismo neoliberista è la causa e non la soluzione dei loro problemi.
Per impedire una nuova stagione di organizzazione delle masse popolari, è partita una campagna di guerra ideologica per oscurare e cancellare dalla testa e dalla coscienza dei popoli, tutti quegli strumenti teorici, scientifici, filosofici e politici atti a supportare qualsiasi nuova organizzazione delle masse per nuove stagioni di rivendicazioni sociali.
Partendo dalla disintegrazione di tutti i partiti socialisti e comunisti del ‘900, come in Italia, dal vuoto lasciato nelle società, è stato facile per le elite neoliberiste partire con l’ultima crociata, una “damnatio memoriae”, per scomunicare, criminalizzare e maledire non solo gli ideali, la filosofia ma anche tutti i simboli del Socialismo.
Partendo da paesi in cui le contraddizioni storiche hanno permesso, in funzione anti russa, la nascita di una base reazionaria. L’Unione Europea ha volutamente cavalcato questa “Vandea”, nell’intento di strappare tutti gli ex paesi del “Patto di Varsavia” all’influenza russa, questo per proseguire con la campagna di accerchiamento militare della NATO contro la Russia.
In questi paesi è partita la campagna per vietare tutti i simboli comunisti.
Come oltre 150 fa, “…uno spettro si aggira per l’Europa…” e le elite dominanti hanno paura delle idee che possono aiutare l’organizzazione delle masse e dei popoli. Eliminare i simboli che colpiscono l’immaginario e che hanno ispirato moltitudini di uomini è per loro necessario. Il Comunismo va infangato, distrutto e cancellato.
La Direttiva Europea del settembre 2019 che equipara nazismo e comunismo, da mandato ai parlamenti degli stati membri di legiferare in tal senso, vietando l’esibizione e la circolazione di simboli e tutto ciò che ricordi il Comunismo.
La loro falsa narrazione è però sconfitta anche dalla semplice analisi storica dei fatti accaduti.
Entrambi i movimenti, fascista in Italia e nazista in Germania, sono stati esclusivamente riconducibili ed identificabili con i due leader Mussolini ed Hitler. Inoltre sono durati per brevi periodi, circa 20 anni in Italia e meno in Germania, e si sono conclusi con la morte dei loro leader. Gli odierni post fascisti e nazisti si riconoscono implicitamente con tutto quanto è avvenuto in quel periodo ristretto, nulla di nuovo è avvenuto in seguito… non esiste “fascismo” senza Mussolini o “nazismo” senza Hitler…
Completamente diversa è l’analisi storica del movimento socialista, assolutamente non paragonabile al fascismo e al nazismo.
Innanzi tutto qui abbiamo una base scientifica e filosofica che ha generato una teoria politica che proponeva eguaglianza di diritti, emancipazione sociale, lotta al colonialismo, liberazioni nazionali, emancipazione sociale, migliori condizioni di lavoro e di vita per tutti.
Questo, questi “valori” e non teorie elitarie in base alle quali piccoli gruppi di persone o razze avrebbero dominato sugli altri.
Questi valori sociali hanno mosso il cuore di milioni di uomini che hanno dato le loro esistenze per l’emancipazione dei popoli.
Questo spirito e questi valori sono stati e sono il Socialismo !!!
Gli errori, quando ci sono stati, oggi mossi a scusa per demonizzare e criminalizzare tutto il Movimento Socialista, sono stati causati da scelte individuali o da gruppi dirigenti mentre applicavano scelte socialiste nella società dei loro paesi. Il Comunismo è stato una cosa così vasta e così lunga nel tempo, a differenza del fascismo, così diversa nei differenti paesi, situazioni e momenti storici, che non si possono coinvolgere tutti per gli errori o i crimini commessi da qualche gruppo dirigente.
Il movimento comunista è stato ed è assolutamente un’altra cosa.
È per tutto ciò che esso spaventa le elite mondialiste e neoliberiste, oggi come 150 anni fa.
È quindi doveroso contrastare con la massima determinazione questo tentativo delle elite UE di infangare e criminalizzare il movimento comunista equiparandolo al fascismo e nazismo per vietarne simboli e pensieri. Questa menzogna storica va denunciata e combattuta.
Sarà utile una Piattaforma europea comune per rivendicare i valori universali del Movimento Socialista e respingere così al mittente questo tentativo di cancellare la nostra memoria e farci sentire degli schiavi senza difesa e senza possibilità di riscatto.”
Fabio M. Frati

“Salve compagni, vi saluto dall’Italia a nome del Movimento ’48. Siamo molto onorati di partecipare oggi a questo importante congresso con i compagni russi. L’antimperialismo oggi è un valore che ci unisce e che deve sempre unirci, soprattutto riguardo al eventi che di recente hanno scosso il Donbass, dove i nazisti ucraini hanno ripreso l’offensiva, e non a caso con la presidenza Biden all’inizio di quest’anno. La causa del socialismo e della libertà ci porterà sempre a combattere insieme, dalle singole nazioni all’umanità! Il Movimento ’48 sostiene l’importanza assoluta di portare la lotta antimperialista nel cuore dell’imperialismo, perché solo l’unità dei popoli può liberarci dal capitalismo e di conseguenza dall’imperialismo. L’Italia, in particolare, ha una lunga tradizione rivoluzionaria antimperialista, a partire da Giuseppe Garibaldi in Sud America fino alla resistenza antifascista in Spagna e in Italia, dove le formazioni garibaldine hanno svolto ruoli di primaria importanza. Il regime liberale che ci opprime oggi deve essere rovesciato con ogni mezzo possibile e sostituito con il socialismo, l’unico sistema in grado di garantire la fratellanza dei popoli. La nostra lotta, quindi, continua ancora oggi, siamo stati i primi in Italia a fare una mobilitazione nazionale in difesa del popolo bielorusso e del suo legittimo presidente Alexander Lukashenko, contro i fantocci nazisti dell’Unione Europea e della NATO. In questo senso, continuiamo a lottare contro le basi militari straniere sul nostro territorio, che è in prima linea in caso di attacco a Russia, Bielorussia, Medio Oriente e Nord Africa. Proprio in questi mesi sono state decine di aerei americani partiti dalla base aerea militare di Sigonella che hanno sorvolato i confini della Crimea e delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, e allo stesso modo è da qui che gli aerei che hanno bombardato la Giamahiria libica nel 2011. Il mondo è diviso in due parti, gli oppressi e gli oppressori, sappiamo da quale parte della barricata stare e per chi combattere. L’imperialismo, e quindi il capitalismo, rappresentano gli oppressori, mentre tutti noi siamo dalla parte giusta della barricata, quella degli oppressi, quella del proletariato, degli operai italiani e internazionali. La nostra lotta continuerà fino alla vittoria” Andrea Gallazzi

“Cari compagni!
Do il benvenuto a tutti al sesto congresso internazionale degli anti-nazisti (antifascisti).
Anche se il nostro incontro a causa alla situazione mondiale legata al COVID 19 si svolge oggi online, siamo ancora insieme, lottiamo ancora per un mondo liberato dal nazismo e dai suoi epigoni.
Il tema del mio intervento è “L’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”.
Vorrei esprimere i miei sinceri ringraziamenti a Volodymyr Romanovych Marchenko e al Partito Socialista Progressista Ucraino per aver fornito il materiale fattuale della mia relazione. La versione integrale sul tema “L’euro-revisionismo del Tribunale militare internazionale di Norimberga è una glorificazione del nazismo ucraino e internazionale, il fascismo” può essere vista al link al sito ufficiale di questo partito https://www.vitrenko.org/45104.

Tutt’oggi, e probabilmente da appena dopo la Grande Vittoria sul fascismo e la sconfitta dei paesi dell’Asse europeo guidati dalla Germania nazista da parte della coalizione anti-Hitler, persistono vergognosi attacchi da parte dei paesi ex-collaboratori ai danni della potenza vincitrice, e finanche contro la Federazione Russa in quanto successore legale dell’URSS.
Riscrivendo e falsificando la storia, gli ex collaboratori dei nazisti stanno spudoratamente diffamando il paese principale autore della sconfitta dell’Asse: l’Unione Sovietica. Denigrano l’essenza di questo paese, profanano la sua ideologia e mistificando la grande impresa dei nostri padri e nonni. Insultano non solo i miei sentimenti personali, calpestano il mio diritto alla memoria storica dei miei parenti che hanno attraversato questa guerra;
insultano la memoria dei 27 milioni di cittadini sovietici che sono morti in questa guerra e dei milioni che sono morti nel conflitto in altri paesi europei nella lotta contro il fascismo.
Oggi, nel quadro della democrazia europea, della libertà di parola e del pluralismo, è necessario valutare la pericolosa, molto pericolosa risoluzione del Parlamento europeo, che, secondo l’opinione di molti , contribuisce non solo alla falsificazione della storia, ma anche alla glorificazione del nazismo, del fascismo e delle loro nuove manifestazioni.
Oggi, molti membri del Parlamento europeo, nascondendosi dietro i “valori europei” e pretendendo il diritto di giudicare gli altri per non aver rispettato questi, violano essi stessi il diritto internazionale e, soprattutto il Tribunale militare internazionale di Norimberga, il Patto internazionale sui diritti civili e politici (16.12.1966), la Convenzione sulla prevenzione e la punizione del genocidio (9.12.1948), la Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (4.01.1968) e la sua stessa legislazione, la Convenzione europea di base per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (22.11.1948).
I membri del Parlamento europeo votano a favore di risoluzioni che costituiscono una chiara violazione dei diritti e delle convenzioni internazionali.

Innanzitutto la risoluzione del Parlamento europeo “Sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa” del 19 settembre 2019.
Questa risoluzione scandalosa era la logica continuazione di risoluzioni revisioniste altrettanto scandalose come la Risoluzione del 12.05.2005 “Nel 60 ° anniversario della fine della seconda guerra mondiale in Europa l’8 maggio 1945”, la Risoluzione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa “Sulla necessità della condanna internazionale dei crimini dei regimi comunisti totalitari” del 26.01.2006,
la Dichiarazione di Parigi “Sulla coscienza europea e il comunismo” del 3 luglio 2008, la Dichiarazione “Sulla proclamazione del 23 agosto come Giornata europea della memoria delle vittime dello stalinismo e del nazismo”, 3 settembre 2008, la Risoluzione “Sulla coscienza europea e il totalitarismo” del 23.07.2008 e altre.

I parlamentari dovrebbero sapere che “il parlamento non può legiferare sul passato” (dalla risoluzione del Parlamento europeo “Sulla coscienza europea e il totalitarismo” del 2.03.2009). Ma questa non è solo una valutazione attuale del passato: è la creazione di una prospettiva strategica, prega di un’ideologia brutale e implacabile. È una sorta di marcia europea nel passato.
La marcia è aggressiva, anche istericamente aggressiva nella forma e molto pericolosa nelle sue conseguenze.

Volodymyr Marchenko, dopo aver preso parte al processo (2010-2013) di Natalia Vitrenko, presidente dei socialisti progressisti dell’Ucraina, contro il decreto del presidente Viktor Yushchenko sulla glorificazione dell’OUN-UPA, ha studiato numerosi materiali d’archivio, studi e ha anche studiato il materiali del Tribunale militare internazionale di Norimberga. Ha visto nel passato una simile piattaforma ideologica, la stessa che ha portato alla seconda guerra mondiale, nell’attuale blocco europeo, con i suoi paesi impegnati in una lotta alla memoria storica dell’Unione Sovietica e dei milioni uccisi dagli hitleriani.

Secondo gli storici circa 2 milioni di europei hanno combattuto contro l’URSS negli eserciti nazisti. Questi hanno invaso il territorio sovietico uccidendo e devastando commettendo crimini atroci contro la nostra pacifica popolazione. Ricordiamo il 22 giugno 1941.
La Germania attaccò l’URSS senza dichiarare guerra;
Il 22 giugno la Romania dichiarò guerra all’URSS,
Il 22 giugno l’Italia dichiarò guerra all’URSS,
Il 26 giugno la Finlandia dichiarò guerra all’URSS;
Il 27 giugno l’Ungheria dichiarò guerra all’URSS.
Il 23 luglio 1941 la Slovacchia e la Croazia, poi la Spagna istituirono divisioni di volontari, il Belgio istituì due legioni di volontari, i Paesi Bassi istituirono una legione di volontari, la Danimarca istituì una legione di volontari e la Norvegia istituì una legione di volontari.

E tutto questo sotto la bandiera della “marcia paneuropea contro il bolscevismo”. Cioè, i paesi sopra menzionati erano aggressori contro l’Unione Sovietica insieme agli hitleriani. Le radici dell’attuale ordinamento europeo vanno rintracciate in questo connubio passato.
I paesi dell’Asse europeo (blocco nazista) furono in seguito condannati dal Tribunale militare internazionale di Norimberga per crimini contro la pace, crimini di guerra e crimini contro l’umanità (Bulgaria, Ungheria, Germania, Italia, Libia, Romania. Finlandia, Croazia, Giappone).

Si stima che la Wehrmacht avesse circa 2 milioni di uomini provenienti dai paesi dell’Asse impiegati nei combattimenti contro l’URSS. Questa armata invase l’URSS con le armi in mano e, insieme ai nazisti, uccise, fece morire di fame e di freddo la popolazione civile dell’Unione Sovietica.

Queste truppe erano organizzate in 59 divisioni e 63 brigate.
Dai numeri:
Romania – 600.000,
Finlandia – 530.000,
Francia – 200.000,
Paesi Bassi – 100.000.
Inoltre:
Italia – 235 mila,
Ungheria – 250 mila.
Slovacchia, Croazia, Spagna – diverse decine di migliaia ciascuna.

E non si tratta di riserve, sono formazioni militari con i loro armamenti e strutture gerarchiche.
C’erano volontari dal Portogallo, dalla Svezia, dal Belgio. Questi sono i contributi degli allora stati europei all’Operazione Barbarossa di Hitler.

Questi sono i fatti reali della guerra all’Unione Sovietica: attraversando il confine dell’URSS si commise un crimine riconosciuto come tale a Norimberga. Si tratta dell’assassinio di cittadini sovietici, soldati dell’Armata Rossa, partigiani, combattenti clandestini, civili – tutti coloro che hanno difeso il paese da aggressori e occupanti. Sia da parte della Germania che degli altri paesi europei.


L’aspetto politico che sta alla base di tutte queste attuali risoluzioni del Parlamento europeo.
La domanda: “Era una guerra giusta quella della coalizione europea di Hitler?” ottiene risposta dalla Corte Internazionale di Norimberga con la sentenza del Tribunale militare internazionale. La decisione del Tribunale Internazionale è definitiva e non soggetta a modifiche.
Ma non si vuole dare una risposta storicamente veritiera, necessaria per l’entità di questo crimine senza precedenti nella Storia. Si dovrebbe avere una ragione più che valida, resa tale dall’aderenza dei documenti storici.
I deputati hanno attribuito la responsabilità della guerra ai due regimi totalitari: il regime nazista e quello comunista. Hanno deciso di formalizzare tutto questo con risoluzioni del Parlamento europeo e di altre strutture comunitarie. Quindi, sotto lo slogan della decomunistizzazione, decisero di demolire i monumenti ai soldati-liberatori sovietici in tutta Europa. Questo è un ritorno al nazismo e al fascismo. Questa è la vendetta degli sconfitti contro i vincitori. Ecco cosa accade in Europa; una vendetta pericolosa.
Come furono giudicate le loro azioni a Norimberga dalla Corte Internazionale? Per citare l’articolo 6 della Carta: “Il tribunale … ha il potere di processare e punire le persone che, agendo individualmente o come membri dell’Asse europeo, hanno commesso uno dei seguenti crimini.
I seguenti atti costituiranno reati nell’ambito della giurisdizione del Tribunale, per i quali si incorrerà nella responsabilità individuale:
(a) Crimini contro la pace;
(c) Crimini di guerra;
(c) Crimini contro l’umanità.

Quei leader, organizzatori, istigatori e sostenitori che hanno partecipato alla preparazione o all’esecuzione del piano generale o complottato per commettere uno dei crimini summenzionati saranno ritenuti responsabili di tutti gli atti commessi da tutte le persone allo scopo di eseguire tali azioni”(” The Nuremberg Trials”, Vol. VII, pp. 312-313).
Richiamo l’attenzione su due circostanze definite nell’art. 6 della Carta. Non solo gli hitleriani ei loro leader furono processati, ma anche i criminali di guerra dei paesi dell’Asse europeo in quanto i “leader, organizzatori, istigatori e promotori … sono responsabili di tutti gli atti commessi da qualsiasi persona allo scopo di realizzare questo piano”.
La sentenza della Corte delle Nazioni ai sensi dell’articolo 26 della Carta recita: “La sentenza è definitiva e non soggetta a revisione”. Cioè, il crimine degli hitleriani, così come dei loro complici, nella “marcia paneuropea contro il bolscevismo” è stato esteso ai collaboratori dell’Asse europeo. E questo è stato determinato da giudici non solo statunitensi o sovietici, ma anche francesi ed inglesi.

Quindici altri paesi si unirono ai paesi vittoriosi nel processo. Il verdetto del Tribunale internazionale e la Carta sono stati successivamente adottati dalle Nazioni Unite come parte del diritto internazionale.

E questa verità non è difficile da scoprire per gli eurodeputati. Basta leggere i materiali del Tribunale internazionale di Norimberga. Allora la falsità sulla responsabilità dei due “regimi totalitari” – i regimi nazista e comunista- per aver scatenato la guerra diventa evidente.
Permettetemi di sottolinearlo ancora una volta: la Corte di giustizia dei popoli dell’asse europeo insieme alla Germania di Hitler sono riconosciuti come criminali e l’URSS come vittima del loro crimine. Questo è tutto. Ma i rappresentanti dei paesi che collaborano non vogliono, né ora né in futuro, assumersi la responsabilità di 50 milioni di vittime umane della seconda guerra mondiale, della distruzione, delle sofferenze della popolazione civile. Vogliono giustificarsi, imbiancare e rendere la vittima, l’Unione Sovietica, complice del crimine.
Vogliono spostare da se stessi la responsabilità dei paesi europei che collaborano, aggressori criminali per tutti i crimini della seconda guerra mondiale e accusare l’Unione Sovietica. Intelligente e subdolo.
Conclusione: l’hitlerismo è stato sconfitto, ma i suoi atteggiamenti ideologici e politici e le sue aspirazioni rimangono in eredità agli eurodeputati.
Posizione molto pericoloso dei paesi europei, ancora contro la Russia. E la domanda resta: “Che cosa consente di calpestare e non attuare con risoluzioni politiche la sentenza della Corte Internazionale?” E i diritti delle vittime? Il diritto alla vita, il diritto a una giustizia equa?
Rispondendo a queste domande, diventa chiaro qual è l’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa.
Oggi, i nostri colleghi dei paesi europei condivideranno le loro opinioni sull’argomento.
Auguro a tutti noi un proficuo lavoro!

Al lavoro compagni!”

Lyubov Korsakova