Il 17 giugno diffondevamo un appello rivolto alle forze del Comitato 27 febbraio invitando ad una comune riflessione per “dotarsi di finalità politiche strategiche condivise e riconosciute, per implementare le quali è indispensabile dare una struttura organizzativa chiara al Comitato, con ruoli e funzioni definiti.” Questa nostra proposta esprimeva una necessità impellente, ossia quella di continuare l’opera iniziata con la creazione del Comitato rafforzando la comune intesa attraverso una progettualità politica condivisa e discussa.
Riteniamo infatti che la creazione del Comitato sarebbe dovuta essere indirizzata a questo, e per questa finalità si sarebbe dovuta porre ogni altra iniziativa su un piano secondario. Se si fosse considerato sin dall’inizio il Comitato come strumento di costruzione tale sbocco
sarebbe stato automatico. Ciò purtroppo non è successo. Il nostro appello è rimasto lettera morta, posponendo qualsiasi iniziativa e discussione all’Autunno, all’indomani delle elezioni amministrative. Davanti all’assenza di una chiara prospettiva politica e dall’indifferenza dimostrata sul tema non possiamo che supporre che ciò avvenga perché tacitamente si accetta quella che è la linea politica del Partito Comunista, forza che ricopre un ruolo importante e maggioritario all’interno del Comitato stesso, che possiamo vedere nello statuto di questo: “Nella fase attuale di difficoltà e dispersione dei comunisti in Italia, l’obiettivo è la costruzione di un radicato Partito Comunista all’altezza dei compiti e dei tempi in cui viviamo, collocato attivamente all’interno del Movimento Comunista Internazionale, intransigente nella battaglia ideologica per la sua unità sulla base del marxismo-leninismo, contro il riformismo, il revisionismo, l’opportunismo e la socialdemocrazia.“ [https://ilpartitocomunista.it/wp-content/uploads/STATUTO-DEL-PARTITO-COMUNISTA-202
0.pdf
]
Non si può che supporre che il Comitato 27 Febbraio sia quindi finalizzato alla creazione di un grande Partito Comunista da crearsi tramite l’aggregazione a più livelli di diverse organizzazione. M-48 non può approvare questa linea.
Scrivevamo il 28 marzo: “Mentre le condizioni oggettive sono mature per la costruzione del Socialismo nel nostro paese, quelle soggettive appaiono terribilmente arretrate, condannando le masse all’egemonia culturale borghese e alla negazione di una qualsiasi prospettiva politica propria. Ma di quale soggettività si ha bisogno? Le formazioni comuniste o socialiste abbondano, così come abbondano sigle sindacali, associazioni politiche e culturali, oltre che movimenti “di base” nati su particolari vertenze e questioni. Un partito di massa è una costruzione storica. Esso non si può improvvisare, non nasce solo perché vi è la volontà di renderlo reale. Lo strumento di cui oggi si ha bisogno è il Fronte Popolare” (https://www.m-48.it/2021/03/la-prospettiva-socialista-il-fronte-popolare/)
Tentare la “fecondazione in vitro” di un partito comunista partendo dai resti storici dell’esplosione del comunismo italiano non rappresenta per noi un’opzione strategica opportuna, anzi non possiamo che identificarla come un qualcosa fuori dal tempo, una coazione a ripetere che non solo rischia di sprecare le energie di numerosissimi compagni validi ed onesti, ma anche di ritardare la costruzione del Socialismo nel nostro paese.
La distruzione dell’area del PCI storico e il lento declino dell’area autonomo-movimentista, al netto dei danni immediati, offre a noi adesso un’opportunità unica: ricostruire da capo un’area politica. Solo vivendo veramente nel nostro tempo evitando di inseguire i fantasmi del passato potremmo portare avanti la lotta che fu del movimento comunista italiano.
Occorre quindi porsi concretamente la questione della presa del potere, che non dev’essere il mitico orizzonte futuribile ma la concreta direzione da dare alle nostre azioni. Riteniamo lo strumento più idoneo a questo scopo un Fronte Popolare che sappia raccogliere le migliori anime del paese, avente lo scopo della lotta serrata al regime liberale e la costruzione di una nuova Italia socialista tramite un processo rivoluzionario avente al suo interno passaggi fondamentali quali la costruzione capillare di organi di contropotere popolare e l’attuazione dei principi che furono della Resistenza e che trasparirono nella Costituzione del ‘48 tramite la convocazione di una nuova Assemblea Costituente. Il Partito Comunista unitario non potrà che nascere da questo processo, come prodotto ultimo di un percorso politico, come nuovo strumento per una nuova fase.
Considerato ciò non possiamo che ritenere la permanenza all’interno del Comitato 27 Febbraio come antitetica rispetto al nostro orizzonte strategico. Con ciò non vogliamo attaccare le formazioni che ci hanno accompagnato finora in questo percorso, di cui continuiamo a considerarci amici e compagni di lotta, ma spingerle ancora una volta alla riflessione su cosa sia più giusto fare.