DI CLAUDIO BARCA LEGRA

La cosa che pochi colgono è questa: i paragoni con le politiche antisemite reggono pienamente. Chiariamoci, non in quanto alle modalità di discriminazione, ma al fine politico di essa. Deve esistere un nemico oggettivo sfuggente, che si confonde tra la folla, al quale attribuire tutti i mali della società. I contagi salivano perché gentaglia faceva la spesa due volte a settimana, poi per i runner, poi per la movida. Ora i non vaccinati sono la scusa definitiva, destinata a consolidarsi nel tempo a causa dei necessari richiami e per i nuovi sviluppi de “L’era delle Pandemie”. La questione non è mai stata sanitaria, ma politica. Il nostro sistema è in crisi a livello mondiale, in reazione deve tentare di sviluppare nuovi strumenti di controllo. Un nemico oggettivo al quale imputare la causa di ogni massacro e di ogni sacrificio non è utile, ma necessario. Vediamo che si sta dispiegando un progetto assolutamente autoritario, tecnocratico, antidemocratico, che ha nella sua esternazione sanitaria unicamente un’apparenza incidentale. Il termine “dittatura sanitaria” non ha senso infatti: è l’estetica ad essere sanitaria, non il contenuto. Non sarà il regime degli ipocondriaci, ma unicamente quello delle parti più aggressive della classe capitalista che stanno approfittando della grande occasione data da un’epidemia mondiale per ristrutturare il loro dominio. Continuare ad invocare gli esempi di altri paesi per appoggiare attivamente o passivamente i governi occidentali in questa avventura ducesca è ridicolo: non c’è altra regione del mondo che abbia reagito allo stesso modo dell’Occidente, non esiste altro paese dove si spinga per una “nuova normalità”…e il discorso è ancora più assurdo e ridicolo chiamando in causa esempi di paesi socialisti. Non possiamo ignorare la natura di classe di uno stato per avere la ratio con cui giudicarne le azioni. Ancora meno possiamo confrontare l’operato di chi ha affrontato la pandemia come una sfida sanitaria, garantendo la salute pubblica e non già investendo tutto sulla ristrutturazione dei rapporti economico-sociali, e chi invece ha speso più soldi in droni e polizia che in posti letto.
Si può mettere la testa sotto la sabbia, credere, ancora una volta, che la normalità stia tornando. Ma gli eventi, per quanto saranno negati con una nuova somministrazione di speranze, daranno inevitabilmente ragione a queste parole. Hitler non era detto che sarebbe stato un antisemita sfegatato. Non lo fu Salazar, non lo fu Pinochet, Mussolini lo fu solo nella fase terminale a causa proprio di Hitler. La degenerazione autoritaria del capitalismo in decadenza sarebbe potuta essere animata da un furore sciovinistico e razzista, come molti ingenui gridavano in risposta al successo elettorale di Salvini, ma potrebbe anche avere le vesti di un regime tecnocratico, sterile, animato da un’idea consumistica di progresso, dove l’ordine e la disciplina sono mantenuti non già da spaventose camicie nere ma dai soliti rassicuranti carabinieri di quartiere.
Siete pronti a scommettere, di nuovo, che saranno soltanto altri “15 giorni per appiattire la curva? Siete ancora disposti a negare che la Cabina di Regia, il taglio dei parlamentari, il Recovery Fund con relative condizioni, il rafforzarsi delle politiche aggressive vero la Russia, l’Oriente e l’America Latina siano questioni isolate, prive di importanza, e soprattutto scollegate da una politica domestica che cerca in tutti i modi di allontanare la rabbia dei cittadini dalle istituzioni per riversarla sull’ennesimo capro espiatorio?