Di Michele Michelino

Anche ieri un morto e un ferito gravissimo in Lombardia.
Ieri pomeriggio, 14 luglio 2021, un meccanico di 68 anni è morto mentre stava riparando un mezzo pesante in un’officina di Peschiera Borromeo (Milano).
L’operaio lavorava all’interno dell’azienda Eurocar, ditta si occupa di riparazione di camion e autoarticolati.

Un altro grave infortunio è avvenuto alle 17,15 all’interno dell’Università Statale di Milano, dove un operaio di 65 anni è rimasto gravemente ferito. Secondo una prima ricostruzione l’operaio era al lavoro su un trabattello all’interno dell’ateneo milanese a circa due metri da terra quando, per cause in via di accertamento, è rovinato al suolo sbattendo violentemente la testa. Trasportato al pronto soccorso del Policlinico in codice rosso con manovre rianimatori in corso, le sue condizioni sarebbero disperate.
Come sempre in entrambi i casi sono intervenuti oltre al personale medico sanitario, anche i vigili del fuoco e la Procura. Ora come sempre si aprirà l’ennesima inchiesta e gli inquirenti, polizia, magistratura ecc verificheranno se sono state rispettate tutte le norme in materia di sicurezza e fra qualche anno forse un processo per omicidio colposo che come sempre finirà con l’assoluzione dei padroni e responsabili.
Ormai con il ricatto dei licenziamenti e con la Legge Fornero i padroni costringono i lavoratori a lavorare in età molto avanzata e questo contribuisce ad aumentare una strage non solo infinita, ma anche voluta e programmata.
Oggi le leggi sulla sicurezza non sono applicate e i lavoratori che lo chiedono sono licenziati o puniti. I padroni e il governo non hanno nessuna volontà di ridurre o eliminare gli incidenti.
Per farlo bisognerebbe limitare i profitti, ridare le tutele ai lavoratori e aumentare davvero i controlli. Al contrario Jobs Act e legge Fornero, e lo sblocco dei licenziamenti firmato nell’ultimo accordo fra governo, padroni, e sindacati confederali danno mano libera alle imprese e impediscono la tutela dei lavoratori e un reale controllo.

E ormai dimostrato che con l’aumento dell’età di lavoro crescono per tutte le categorie di lavoratori i rischi di morte e malattie professionali e in alcuni comparti, per esempio la sanità, rischiano anche i pazienti e i cittadini. La nostra salute vale più dei loro profitti.
La salute nei luoghi di lavoro e nel territorio si difende solo con la lotta generale di tutti i lavoratori contro tutti i padroni. Basta lacrime ma lotta.
E’ arrivato il momento di organizzare uno sciopero generale unitario di tutte le sigle conflittuali sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e nel territorio, contro le morti sul lavoro e del profitto.

Esprimiamo la nostra solidarietà alle famiglie dei lavoratori assassinati.