di Pacifico Saber

Come poteva prevedersi e coerentemente con le politiche neoliberiste filo padronali che si stanno portando avanti con la scusa della dichiarata pandemia, in Brianza, cuore produttivo del Paese, alla Gianetti Ruote, di proprietà del fondo tedesco quantum, si è proceduto a lasciare per strada 152 persone sfruttando lo sblocco dei licenziamenti voluto dal governo mille colori guidato dall’europeo Mario Draghi che, coerentemente col suo passato, fa pagare le crisi capitalistiche ai lavoratori privando loro dei mezzi di sostentamento. Gli operai hanno raccontato di aver lavorato fino a sabato, che non si sono mai fermati per la dichiarata pandemia e che, anzi, hanno fatto straordinari per fornire ruote a multinazionali dell’automotive tedesche, fra cui Mercedes e Volvo. Gli stessi operai raccontano di aver saputo del licenziamento solo tramite un sms, o mail mandato loro nel sabato sera del 3 luglio. Il fondo tedesco Quantum, che ha sede a Monaco di Baviera con filiali a Madrid e Milano, non è nuovo a queste scelte: il precedente è costituito dalla Slim Fusina Rolling di Marghera. Si sfruttano gli operai per dare dividendi
agli azionisti così agiscono i fondi e in generale tutte le SpA e le multinazionali, protette dallo Stato. All’uscita degli uffici Gianetti ruote l’ad Goran Mihajlovic era protetto dalla giusta rabbia operai da un nutrito gruppo di Carabinieri pagati con le nostre tasse, che le multinazionali pagano in misura assai minore, se le pagano, dato che viene data loro la possibilità di spostare le sedi in paradisi fiscali. Un durissimo colpo alle classi popolari che si vedono ad affrontare anche un forte aumento delle bollette luce e gas, mentre nel manifatturiero PMI di registrano importanti rimbalzi importanti al di sopra dell’indice 50, quindi in espansione. Il tutto in un contesto decennale di deflazione salariale, voluta per garantire rendite e profitti o dividendi. Una società che si dice civile dovrebbe considerare come diritto umano fondamentale il diritto al lavoro, alla casa e alla salute. Come cittadini e lavoratori non possiamo ignorare ciò che è successo: ci dobbiamo battere affinché l’essere umano e il suo lavoro non siano considerati merce, ma elemento fondante per una nuova società prospera e solidale.
Massima solidarietà ai lavoratoti licenziati! Difendiamo i 152 operi e la fabbrica di Ceriano Laghetto! Tutti i lavoratori e i cittadini si mobilitino!