Apprendiamo con estremo disgusto il vomitevole episodio accaduto oggi a Roma durante il corteo in occasione dello sciopero generale. Come riportato dal gruppo “Studenti contro il Green Pass”, alcuni appartenenti al Fronte della Gioventù comunista e a sigle sindacali fiancheggiatrici hanno aggredito lo spezzone del corteo contro il lasciapassare del governo Draghi, distruggendo cartelli e striscioni e commettendo violenza fisica contro i cittadini.

Questo gesto risponde alle logiche vigliacche e mafiose che tristemente caratterizzano la “piazza” romana, ma non può essere in nessun modo disgiunto dalla natura dei perpetratori: una formazione politica che ha fatto del massimalismo parolaio e della negazione della realtà delle vere e proprie bandiere. Come possiamo leggere in una risoluzione del loro Comitato Centrale [http://www.gioventucomunista.it/su-gestione-capitalistica-della-pandemia-green-pass-e-vaccinazione-risoluzione-del-cc-del-fgc/] , possiamo vedere come il movimento contro il Green Pass, primo movimento veramente di massa democratico ad occupare il panorama politico nell’ultimo decennio, viene in poche parole squalificato come “di stampo reazionario”, animato da “piazza vuote” che non hanno altro scopo che il deviare l’attenzione del paese.

Dati tali livelli di dissociazione dalla realtà e di manifesta incapacità d’analisi ci aspettavamo, non che fosse fatto importante, l’antipatia della “Gioventù Comunista” nei confronti del movimento contro il Green Pass, ma il teppismo imbelle che si è visto oggi a Roma segna un nuovo limite inferiore nella scala dell’idiozia politica. 

L’incapacità d’analisi che non lascia vedere il Green Pass per quello che è, ossia un fondamentale tassello nel piano di ristrutturazione di Mario Draghi, va a braccetto, ancora una volta, con la paura, anzi il terrore per la “gente normale”, quella al di fuori dei magri circuiti della militanza politica, proprio i settori verso cui l’azione politica dovrebbe andare. Ma così la pretesa “avanguardia” non può che trasformarsi in una retroguardia ben distante dal movimento reale, assolutamente ostile ad esso, guardato in cagnesco perché reo di non aver accettato la “perfezione” di questi maestri del proletariato. Non si è davanti a null’altro che autoreferenzialità allo stato puro, caratteristica endemica del marxismo occidentale, arrivata ora all’estrema conclusione: tutto ciò diverso da me mina il mio discorso, e deve essere cancellato. Ecco che la lotta politica si traduce in un solipsismo dai contorni patologici.

Il confine è netto, la barricata è eretta: da una parte le forze sane e democratiche del Paese, quelle che da mesi protestano contro il governo Draghi per tutto quello che rappresenta, dall’altra Draghi e i suoi servi, compresi gli utili idioti dell’FGC, i provocatori di Forza Nuova assoldati dal Viminale e tutte le forze del sistema occidentale. Noi, ovviamente, non abbiamo la benché minima difficoltà a schierarsi dalla parte giusta, quella del popolo, e quindi mandare la nostra più fraterna e sincera solidarietà ai colpiti dalle squadracce di Mario Draghi.

Nonostante i mal di pancia di chi voleva trasformare lo sciopero generale nell’ennesima carnevalata folkloristica della “sinistra di classe”, i temi della lotta democratica e del contrasto al lasciapassare si sono imposti in tutta Italia, da Trieste a Genova, da Milano a Napoli. Il movimento reale del popolo ha già superato da mesi le frange più politicamente vigliacche della cosiddetta “estrema sinistra”, che ora può solo tentare goffamente di rincorrere o accettare la sua definitiva scomparsa.