Di Eros Rossi, Alessia Corona e Andrea Gallazzi

Introduzione

È passato un altro anno, stavolta ancor più particolare dello scorso.

Un anno fa aprivamo il riassuntone così: “Uno dei più grandi vizi dell’uomo è aver la memoria corta, ed esser allo stesso tempo condizionato ed influenzato enormemente dalle informazioni che riceve quotidianamente; è scontato che se si chiedesse ad un cittadino quale sia la prima cosa che viene in mente quando si pensa al 2020, dirà “il covid”. È dunque un obbligo far un riassunto di questo denso e lungo anno che sta finendo, ricordando le varie tragedie, le varie battaglie che sono scoppiate o che si stanno continuando a lottate, quest’anno messe in secondo piano rispetto all’emergenza covid, e spesso – quasi sempre – oscurate comunque dai nostri media occidentali, ma che abbiamo lo stesso provato, nel nostro piccolo, ad esporre e, se opportuno, sostenerle” [articolo “2020: un anno di duri insegnamenti” qui].

Non possiamo che notare come tali parole siano altrettanto valide per l’anno corrente.

Covid, covid, e ancora covid. La mente degli occidentali è ormai totalmente appiattita (se mai non lo fosse stata anche prima), sul tema covid. Il governo, o meglio la borghesia è riuscita a concentrare la discussione solo ed esclusivamente sul tema covid, vaccini, in parte green pass, ecc.

Intanto il mondo è sull’orlo del precipizio, sul lastrico. Mai come quest’anno – e abbiamo già rischiato non poco lo scorso anno – siamo stati così vicini al conflitto mondiale; gli schieramenti sono ormai chiari: l’asse dell’impero statunitense con le sue colonie occidentali da una parte, e i Paesi che lottano per un mondo multipolare (Cina, Russia, Iran, Bielorussia ecc.) dall’altra…

Ma parliamo di questo duro e martoriato anno

Ricordiamo dunque come è iniziato il 2021, con un piccolo sollievo: il blocco (come si vedrà, temporaneo) dell’estradizione ad Assange.

Gennaio

È il 4 gennaio, e uno degli eroi più grandi, più validi ed umani del nostro misero secolo rischia di passare alla storia per il proprio martirio, reo di aver mostrato al mondo intero gli orrori, i crimini dell’impero occidentale, sia quelli commessi nei campi di battaglia che quelli perpetrati dentro i propri ed altrui confini. Gli Usa, il paese della libertà e della democrazia, vogliono insomma tenere nelle proprie celle il giornalista australiano, ma la corte inglese ha inizialmente negato l’estradizione, per via delle condizioni mentali e sanitarie deficitarie fatte emergere dai difensori di Assange, tenendolo quindi nelle proprie segrete e camere di tortura britanniche. [La folla esultante riportata dal Fatto Quotidiano]

Passano appena 2 giorni, ed ecco un altro fallimento degli Usa visti dagli occhi del mondo intero.

È il 6 gennaio, e il Campidoglio viene assaltato da una marea di sostenitori di Donald Trump, accompagnati da fascisti (non che anche i “dem” o i sostenitori di trump “normali” non lo siano) e complottari vari; non riconoscendo i risultati delle elezioni tenute il 3 novembre 2020 (che vedranno appunto Biden come vincitore) in molti si decidono infatti di riversarsi sul Campidoglio, tentando di fare un golpe per il loro salvatore – che, intanto, stava non molto lontano a ballare con la sua famiglia le note di Gloria di Umberto Tozzi e a twittare fomentando la folla (per poi esser censurato da twitter).

È stato un giorno emblematico, che ha mostrato a tutto il mondo la vera faccia degli Usa, alla fine non tanto stereotipata: un branco di goffi buzzurri coi berretti a stelle e strisce e con sciamani come guida.

Ancora non son chiare le dinamiche, ma ricordiamo chiaramente come le forze dell’ordine in verità non abbiano fatto particolare opposizione ai manifestanti, facendo anzi, spesso, da guida, come se fossero in un museo. In occasione degli eventi abbiamo scritto un nostro articolo: “L’impero americano scricchiola: l’oscuro orizzonte che si prospetta in occidente“.

E proprio per questa fomentazione via twitter (sia da parte di Trump che altri suoi propagandisti), l’ex-presidente ha rischiato l’impeachment.

Ed è proprio per questo risvolto che sorgono ancora più dubbi sulle reali dinamiche che ci son state nel Campidoglio: se ci fossero stati più controlli, nessuno avrebbe verosimilmente assaltato l’istituzione (e non ci sarebbe stata alcuna accusa di golpe contro Trump); così come è successo ad esempio con i BLM qualche mese prima.

È il 14 gennaio, e Trump passa alla storia del suo paese come quarto presidente ad aver affrontato un impeachment, il primo ad averlo affrontato per due volte, e soprattutto il primo ad averlo (quasi) subìto proprio nell’ultimo mese, dove avviene il mero passaggio dei poteri. Con l’accusa di aver fomentato un tentato golpe, gli si vuole, in sintesi, negare di correre alla presidenza alle future elezioni.
Sei giorni dopo, il 20 gennaio, Biden giura fedeltà poggiando la sua mano, come tradizione americana, sul necronomicon. L’occidente incorona il proprio nuovo decrepito imperatore-burattino, facendolo passare nei media – non solo quelli americani, ma occidentali in generale – ogni 2 minuti.

Febbraio

E mentre il 15 gennaio i popoli del Laos e del Vietnam eleggevano Thingloun Sisoulith e Nguyen Phu Trong come nuovi rispettivi presidenti, il 1 febbraio, nella loro vicina Birmania (Myanmar) avviene – seguendo la debole pseudo-costitizione che abbiamo loro fatto da bravi colonialisti – una presa del potere da parte delle forze militari, in quanto agiscono da garanti per “elezioni libere ed eque” (oltre ad avere di base già il 25% dei seggi in parlamento). Il motivo di tale “golpe” è il ripetuto rifiuto, da parte della commissione elettorale, di indagare sulle violazioni durante le elezioni di novembre, vinte dal partito politico Lega Nazionale per la Democrazia – partito filo-occidentale, anche se con vari ripensamenti geopolitici negli ultimi tempi –, che ha portato quindi il Paese ad una crisi politica, facendo (anzi obbligando) i militari ad entrare in campo per “ristabilire l’ordine”. [articolo de L’Antidiplomatico riportante le opinioni di un’esperta del MGIMO]

Agli inizi di febbraio i media iniziano a sparare centinaia di articoli di lode ed elogio al banchiere Mario Draghi, costruendo un vero e proprio culto della personalità condito di feticcio per la tecnocrazia. Dalle sue abitudini alimentari, alle sue prime fidanzatine, fino alla sua misura delle scarpe e la sua “fantastica” pettinatura.
Il 13 febbraio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato questo criminale di guerra, responsabile del genocidio dei greci del 2008, per chiedergli di formare un nuovo governo in Italia.

Covid, Draghi prepara la stretta: da gennaio stop al lavoro per i no vax -  Casteddu On line

A seguito delle dimissioni di Fayez al-Sarraj dalla presidenza della Libia, il 5 febbraio 2021 a Ginevra in una riunione della Missione di Supporto dell’Onu in Libia (UNSMIL) Mohammad al-Mensi è stato eletto come presidente per la “transizione democratica” del paese a maggioranza semplice. Il suo governo è stato successivamente confermato dai parlamentari libici a Sirte, con 132 voti su 133. Come era da aspettarsi, non ha risolto assolutamente nulla della situazione libica.

Il 9 febbraio si concludono per l’ennesima volta – abbiamo perso il conto – le investigazioni dell’OMS presso i laboratori di Wuhan, volute (di nuovo) dagli Usa e i suoi burattini. Conclusioni: per l’ennesima volta, nessuna evidenza che il virus sia partito dai laboratori presenti nella città cinese.
Intanto le richieste di Cina e Russia per fare le medesime investigazioni (almeno una volta!) negli USA, presso Fort Detrick, vengono totalmente ignorate o al massimo tacciate di complottismo. [articolo di InsideOver]

È il 13 febbraio, e the Donald viene assolto dall’impeachment. Potrà dormire sonni tranquilli. D’altronde il capo d’accusa era un mero assalto ad una delle istituzioni dell’impero a cui è stato figurativamente ai vertici.. mica le migliaia di morti di cui è parzialmente responsabile durante i suoi 4 anni di legislatura.

Marzo

Il 21 marzo un gruppo interno dissidente delle FARC, collegato col traffico di droga, ha attaccato un battaglione dell’esercito venezuelano nella città di La Victoria, nella regione di Apure al confine colombiano. È così iniziato un conflitto che ha sfollato oltre 6.000 venezuelani e che ha visto vari morti da parte delle FANB venezuelane. Il coinvolgimento militare della Colombia e degli Stati Uniti è palese, infatti poco tempo prima Maduro aveva annunciato di voler accogliere in territorio venezuelano i gruppi armati delle FARC e i loro leader, perseguitati in Colombia. Non è un caso che il leader storico delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, Jesus Santrich, sia stato ucciso da forze colombiane in territorio venezuelano.
Nonostante tutte le “organizzazioni per i diritti umani” accusino di continuo il governo chavista di aggredire innocenti civili ad Apure, sappiamo per certo che come sempre si tratta di una manovra atta a destabilizzare il governo venezuelano, infiltrando gruppi narcotrafficanti che in Venezuela, al contrario della Colombia, vengono veramente combattuti con l’esercito. [Articolo di TeleSur]

È il 23 marzo: il gran portacontainer Ever Given (della Evergrade) si incaglia nel bel mezzo del canale di Suez, bloccando il 12% del commercio mondiale per circa una settimana, costringendo, eventualmente, a riprendere la vecchia e lunga rotta mercantile – causando comunquesia, per ogni singola ora di blocco, danni globali da 400 milioni di dollari.

Suez, errore umano e vento: ecco perché la Ever Given sta bloccando il 10%  del commercio mondiale- Corriere.it

Aprile

Ad aprile di quest’anno in risposta alle esercitazioni di Defender Europe 2021, la Russia ha eseguito varie esercitazioni al confine con l’Europa e ha ammassato oltre 15.000 soldati nel distretto militare meridionale, il quale include pure la Crimea, e ha mobilitato perfino le unità presenti nel distretto centrale. Si tratta delle più grandi esercitazioni militari dai tempi della guerra fredda, e per questo servirebbe analizzare nei particolari la questione in un articolo a parte, tenendo conto del fatto che la situazione è in continuo sviluppo ed è riduttivo parlarne in un articolo riassuntivo.

Il 9 aprile siamo tristi di annunciare la tranquilla e serena morte di Filippo di Edimburgo a Londra, è sempre un peccato quando un reale (in particolare inglese) non muore sulla ghigliottina o con un’auto bomba dell’IRA.

Dopo che nel 2020, il Mossad ha fatto uccidere il direttore generale del programma nucleare iraniano, Mohsen Fakhrizadeh, l’11 aprile di quest’anno hanno perfino sabotato la rete elettrica della centrale nucleare iraniana di Natanz, senza causare tuttavia fuoriuscite di sostanze radioattive. La politica imperialista e illegale di Israele non ha subito alcuna minima critica da parte dell’ONU o dell’Occidente.

L’11 aprile si è tenuto il primo turno delle elezioni generali in Perù, nelle quali ha stravinto il socialista Pedro Castillo di Perù Libre con il 18% dei voti contro Keiko Fujimori, figlia dell’ex dittatore filoimperialista Alberto Fujimori, che ha preso l’11%. Al secondo turno, invece, tenutosi il 6 giugno, c’è stata una forte contesa tra i due, ma alla fine col 50.13% contro il 49.87% ha vinto Castillo. Ci auguriamo che il Perù entri a far parte dell’area dei paesi sudamericani antimperialisti e socialisti dell’ALBA-TCP.

Il 13 aprile il Giappone decidere di gettar in mare tutti i rifiuti liquidi radioattivi del vecchio impianto di Fukushima, affermando che l’operazione “non provocherà danni alla salute”, inasprendo ulteriormente i rapporti e i dialoghi con la Cina (e anche le “due” Coree) – i cui media hanno tra l’altro sfidato i governanti giapponesi a utilizzare i liquidi radioattivi come semplice acqua, se questa è veramente sicura [articolo di GreenReport e di GreenMe].

Il 13 aprile la polizia israeliana fa irruzione nella moschea di Al-Aqsa in periodo di Ramadan e taglia i cavi degli altoparlanti per evitare che il richiamo alla preghiera della moschea disturbasse il discorso del presidente Rivlin nel giorno della memoria dei terroristi sionisti morti nella guerra del ’47-’49. Il giorno dopo, decine di migliaia di religiosi palestinesi sono scesi per le strade a protestare contro questa azione e il 22 aprile migliaia di israeliani hanno marciato a Gerusalemme invocando la morte di tutti gli arabi. I giorni successivi hanno visto numerosi scontri tra l’entità illegale sionista e i palestinesi che sono quasi risultati in una nuova gloriosa intifada. Infatti, dalla striscia di Gaza è partito uno dei più grandi lanci di missili mai registrati nella storia del genocidio degli arabi palestinesi, tanto che Hamas è riuscito a mandare completamente in tilt il sistema di difesa aerea Iron Dome, utilizzando perfino missili falsi non armati per proteggere i missili veri eludendo il sistema e per sovraccaricare i radar antimissilistici. La rivolta è infuriata ancora di più quando la polizia israeliana ha arrestato più di 61 bambini, 4 dei quali sparati a morte nel giro di 3 settimane, e quando varie famiglie palestinesi sono state sfrattate poiché 70 anni prima ci vivevano israeliani. Purtroppo, il tutto è finito in un cessate-il-fuoco il 20 maggio. [Articolo del The Guardian]

Israel-Gaza conflict: Hamas predicts Mideast ceasefire is 'imminent' amid  growing global pressure - CNN

Nonostante i divieti per la situazione covid (ci dovrebbe ricordare qualcosa), decine e decine di migliaia di manifestanti scendono per le strade della Colombia il 28 aprile per protestare contro la pessima gestione della pandemia, la brutalità poliziesca e il continuo sterminio di leader sociali nelle zone rurali (quasi 200 quest’anno). La protesta è presto degenerata in una rivolta contro il governo, barricate sono state erette e l’esercito è stato messo in campo, con tanto di mezzi corazzati. La protesta, seppur con minore intensità, prosegue ancora oggi. [Articolo di cronaca di Reuters]

Anche se sembra lontano, e precisamente 30 anni, il crollo dell’Urss infierisce ancora oggi sui popoli dell’ex area sovietica, afflitti da decine di piccoli conflitti sconosciuti all’Occidente: come, ad esempio, il conflitto tra Kirghizistan e Tajikistan che si è verificato tra il 28 aprile e il primo maggio, che, seppur di tre giorni, ha causato lo sfollamento di oltre 50.000 civili. [Articolo di Eurasianet sul tema]

Maggio

La Cina, il 14 maggio, diventa il quarto paese a raggiungere la superficie del pianeta rosso e la seconda a mandare un Rover. Il primo paese a raggiungere la superficie di Marte, è doveroso ricordarlo, è stata l’Unione Sovietica.

Il 23 maggio 2021 Lukashenko in persona ordina di dirottare un aereo a Minsk. L’aereo in questione era partito da Atene e stava andando in Lituania, famoso paese nazista; a bordo dell’aereo c’era l’altro noto neonazista Roman Protasevich. Il caccia bielorusso che ha scortato l’aereo aveva informato il pilota del rischio di una bomba a bordo. L’UE, come suo solito, ha accusato la Russia senza alcun motivo.
Poche settimane dopo, Protasevich appare alla televisione bielorussa e afferma di essersi pentito di aver agito contro il paese. [Articolo dell’Antidiplomatico]

Volo dirottato in Bielorussia: chi è Roman Protasevich e perché è stato  rapito dal regime – EURACTIV Italia

Il 24 maggio in Mali c’è stato un colpo di stato militare contro il governo corrotto filo imperialista. La situazione era già di per sé complessa: proteste antifrancesi e antigovernative, grave crisi economica e sociale e una guerra civile con tanto di forte presenza militare straniera (in particolare francese) sul territorio. È possibile che Russia e Cina siano coinvolti? Noi speriamo di sì. [Articolo di AGI sull’argomento]

Il 26 maggio di quest’anno, nonostante pandemia e una guerra civile che, nonostante non se ne senta più parlare, continua ancora, ci sono state le elezioni presidenziali in Siria. Mentre qua si introducevano strumenti di controllo sociale come il green pass, in un paese del cosiddetto terzo mondo, in guerra e in piena crisi pandemica si svolgevano le elezioni e il già presidente Bashar al Assad vince col 95%, dimostrazione della sua ampia popolarità nel paese.

Questo è stato forse l’anno d’oro per la ricerca scientifica della fusione nucleare, un’energia virtualmente infinita che riproduce sulla terra lo stesso principio con cui si alimenta il nostro Sole, e dunque completamente sicura e pulita. La Cina, il 28 maggio, ha raggiunto una temperatura record nel suo reattore di fusione tokamak “EAST”, ovvero quella di oltre 120 milioni di gradi celsius e l’ha mantenuta per 101 secondi, con un picco di 160 milioni di gradi per 20 secondi. Se la Cina dovesse riuscire a sviluppare per prima questo tipo di energia affosserebbe completamente l’Occidente, perché possederebbe una fonte inesauribile e a bassissimo costo di energia, che al contrario dei capitalisti occidentali non esporterebbe all’estero col fine di lucrarci sopra, ma col fine di uno sviluppo comune e multipolare dell’Umanità. [Articolo del Global Times che ne parla]

Giugno

Il 14 giugno muore nella propria cella, in condizioni ancora sospette, John McAffee. Non certo un oppositore degli Stati Uniti – anzi..
Ma sicuramente scomodo, per questioni interne, alla cerchia dei “dem”. Poco tempo prima twittava dicendo che, nel caso fosse stato ritrovato morto in cella, non sarebbe di certo stato un suo suicidio. [articolo riassuntivo di AdnKronos]
Insomma un copia incolla della storia di Epstein. E non a caso i “Q-anon” trarranno ulteriori pseudo-prove, pseudo-conferme alle proprie teorie con tale morte.

Nonostante il fatto che Pashinyan fosse stato costretto a dimettersi dai militari il 26 febbraio, alle successive elezioni del 20 giugno 2021 ha stra vinto le elezioni con il 53% dei voti. Il contesto è complesso, la guerra in Nagorno Karabakh continua anche se a ritmi lenti e ci sono state varie proteste nazionaliste anti-azere nel paese.

Il 31 giugno si dice finalmente addio al despota israeliano Benjamin Netanyahu, che ha governato consecutivamente per 12 anni la parte della terra occupata della Palestina. Nessun sollievo: viene eletto dai coloni Naftali Bennet, anch’esso naturalmente di estrema destra.

Luglio

Il 7 luglio 2021 il presidente di Haiti, Jovenel Moise, despota filostatunitense liberista, è stato ucciso nella sua residenza a Port au Prince da 4 uomini armati non identificati, alcuni dei quali parlavano spagnolo e inglese. Ancora non è chiara la dinamica degli avvenimenti, l’uomo che parla inglese pare fosse affiliato alla DEA, ma alcuni politici haitiani smentiscono. Che Moise fosse diventato scomodo (o inutile) agli USA? Da tenere chiaramente conto della situazione politica e sociale disastrata, una quasi guerra civile tra governo e opposizione.

L’11 luglio si è svolta una mezza protesta a Cuba, organizzata dal solito movimento finanziato dagli Usa, “san Isidro” nelle strade dell’Avana. [Nostro articolo al riguardo]
Ebbene questa “protesta”, partecipata da sì e no 300-500 persone in linea di massima, ha portato a una ridicola marcia dalla zona vicina alla costa ad una sede del Partito Comunista Cubano – lì vicino, accompagnati dall’hashtag interventista #SOSCuba [come qui riportato, altri video delle proteste sono presenti nel medesimo thread].
I cubani, spontaneamente, sono subito scesi in piazza in risposta alla combriccola dei ben vestiti dissidenti, intonando, in risposta alla perculata “Cuba libre” (leggasi con ulteriori virgolette su “libre”) o “Patria y vida” (simile alla genialata del nostro caro Renzi), la storica “Patria o muerte”, “Cuba si, yanqui no”, e “Basta bloqueo”, contro appunto l’embargo occidentale. Il tutto abbellito da effige del lider maximo, accostata dalle tante “Estrellas solitarias” e dai “Viva Fidel!” intonati dai vari cittadini. Perfino il presidente cubano Diaz-Canel è sceso in piazza tra la gente che difendeva la Rivoluzione.

Dal 23 luglio all’8 agosto si terranno tristemente le prime Olimpiadi della storia senza alcun pubblico, a causa delle politiche anti-covid di Tokyo.

In seguito all’introduzione via decreto della misura discriminatoria e di controllo politico e sociale del green pass (per dpcm il 17 giugno e de facto il 6 agosto), una parte della popolazione non si è sottomessa alle politiche del governo Draghi e ha deciso di scendere per le strade a manifestare il proprio dissenso. Dal 24 luglio ad oltranza, ogni sabato, in tutta Italia decine di migliaia di cittadini protestano contro l’obbligo del certificato verde sul posto di lavoro e per poter accedere alla vita sociale. Queste mobilitazioni, le cui dimensioni in termini di tempo e diffusione non si vedevano dagli anni ’70 dimostrano come persone comuni, poco politicizzate, nutrono profonda sfiducia nei confronti delle istituzioni italiane e sono disposte a lottare con fermezza per mesi e mesi contro le loro misure dispotiche. Il picco di tali mobilitazioni e della repressione ad esse connessa si è visto con lo sciopero che ha attraversato il porto internazionale di Trieste, facendo tremare i padroni e il governo, dato che da quel porto circolano buona parte delle merci europee che viaggiano via mare (specialmente dirette in Germania); la polizia, che per legge non poteva entrare nel porto (in quanto internazionale), ha fatto irruzione con gli idranti e ha sgomberato il presidio permanente.
Inoltre, si è visto come nelle piazze dove le forze socialiste e comuniste si sono poste da avanguardie delle masse, costituendo assemblee e comitati democratici, le manifestazioni hanno presto effettuato un salto di qualità, arrivando ad una critica generale del sistema capitalista. [nostro articolo di analisi sulle mobilitazioni nazionali no green pass]

Ne avevamo già parlato con Mustafa Younis, professore universitario di Tripoli, in una delle nostre dirette, ed effettivamente poco tempo dopo è avvenuto: Saif al Islam Gheddafi è riapparso sullo scenario libico. La sua prima apparizione dopo dieci anni di silenzio è stata rivelata dal New York Times (qui e qui), il 30 luglio. Pare che le milizie di Zintan, che lo tenevano prigioniero, l’abbiano liberato e protetto dopo essere rimasti delusi dalla situazione politica, economica e sociale libica e hanno deciso di sostenerlo politicamente.

Agosto

A inizio agosto del 2021 è cominciata la crisi dei migranti al confine con la Bielorussia. Il tutto è partito quando cinque cittadini iracheni sono stati respinti a fucilate dalla polizia della democratica e europeista Lituania alla frontiera, mentre la polizia di frontiera della “dittatura” bielorussa li ha accolti e curati. Nelle settimane successive molti altri episodi del genere si sono verificati al confine tra la Bielorussia e gli altri paesi dell’Europa orientale, tra cui in particolare Lituania e Polonia. Soprattutto al confine polacco c’è stata forte tensione, quando Varsavia ha inviato l’esercito a presidiare il confine, dato l’arrivo massiccio di migranti, in particolare iracheni, che avevano iniziato a fare incursioni nel loro territorio supportati dalla polizia di confine bielorussa. [Articolo di InsideOver sulle rotte migratorie dalla Bielorussia]

Il 3 agosto iniziano invece, ancor più tristemente, i grandi incendi in Grecia, finendo per arrivare addirittura ad Atene, creando un clima a dir poco apocalittico nel Paese.
Sulla stessa scia segue la Turchia, con incendi “da record”, oltre alla Siberia, la California e il Canada [riportato da Tiscali; articolo riassuntivo del WWF sugli incendi nel mondo]. E anche l’Italia non è da meno, con un incremento del 256% degli incendi [articolo dell’Ansa].

Mentre i talebani avanzano verso Kabul, si spegne il 13 agosto uno dei più influenti esponenti delle ong che agivano in Afghanistan, cioè il fondatore di “Emergency” Gino Strada. Figura piuttosto controversa e degna di esser approfondita per poter giungere ad una giusta ed equilibrata critica del soggetto, spesso legato, direttamente od indirettamente, alla tratta schiavile dei migranti – non a caso acclamato dalla “sinistra” parlamentare.

Il 2021 si (ri)dimostra essere un anno di fallimenti per gli Usa soprattutto con la vittoria definitiva dei talebani in Afghanistan. Il 15 agosto infatti, dopo 20 lunghi anni di imperialismo, migliaia di morti, milioni di poveri e sfollati, (buona parte) del popolo afghano trova nei talebani un spiraglio di speranza. Nel giro di ore raggiungono Kabul, con un’avanzata “inaspettata” (ma che si aspettavano tutti), grazie alle varie città che hanno accolto senza opporre resistenza i partigiani fondamentalisti; e gli americani, così come in Vietnam, sono stati costretti a fuggire da un elicottero sul tetto dell’ambasciata.
In occasione di tali controverse giornate – allo stesso tempo tragiche e vittoriose nel campo nazionale ed internazionale – abbiamo pubblicato la nostra critica analisi della situazione: “Sempre contro l’impero” e abbiamo fatto due dirette col professore Gastone Breccia, esperto di Afghanistan: qui e qui.

Settembre

Il 5 settembre di quest’anno in Guinea, in modo simile al Mali, i militari fanno un colpo di stato contro il presidente filofrancese Alpha Conde [articolo di Avvenire sul tema]. Il paese era già scosso da forti manifestazioni e proteste violente contro il neocolonialismo francese e il capitalismo, in particolare legate alle pessime condizioni economiche e sociali nei quali riversava il paese. È molto particolare notare che il leader del golpe, Mamady Doumbouya, è un ex membro della Legione Straniera Francese, noto corpo d’elite francese che svolge missioni militari segrete all’estero per conto di Parigi. Che sia tutta un’operazione militare francese perché Conde era diventato troppo scomodo? Oppure, anche qua, potrebbe esserci la mano russo-cinese?

Il 19 settembre si svolgono le elezioni legislative in Russia. Scontata la vittoria di Russia Unita (il Partito di Putin), con però un netto calo rispetto gli scorsi anni (dal 54% al 49%) e un’avanzata non indifferente del KPRF (Partito Comunista) con 15 seggi in più conquistati, stando fissi però al secondo posto. Non sono comunque mancate lamentele e proteste da parte di questi ultimi, che hanno chiesto controlli sui (nuovi, appena introdotti) voti elettronici, in quanto con risultati fortemente in contrasto con i voti registrati in maniera “tradizionale”. [articoli di Osservatorio Russia e la piattaforma russa TvRain]

Diciassette giorni dopo (26 settembre), invece, si svolgono le elezioni in Germania. Tutto normale, se non fosse che la Merkel, dopo 16 anni consecutivi a potere, non si ricandida, cedendo il posto al collega di partito Laschet.
È insomma la fine della era Merkel, ma non di certo – a differenza di ciò che dicono in molti – la fine della Germania come potenza industriale a capo dell’UE.
Dopo settimane di dialoghi, emergerà, com’era già previsto da molti, la coalizione “semaforo”, cioè dei verdi (14,8%) – pseudo-“green” col feticcio ossessivo per la NATO perfino più degli altri, e contrari al North Stream 2 –, i “gialli” (24,1%) – cioè il CDU, partito “della Merkel” –, e i “rossi” del partito liberal-progressista SPD (25,7%).
Cosa cambierà? A noi probabilmente niente, ma verosimilmente ci saranno meno accordi e più attriti tra la Germania e la Russia (e di mezzo ci andiamo tutti noi all’interno della UE).

Ottobre

Il 14 ottobre 2021 sono scoppiate a Beirut delle proteste da parte di militanti di Hezbollah e del movimento cristiano Amal, i quali chiedevano la sostituzione del giudice incaricato di investigare sull’esplosione avvenuta nel 2020 al porto di Beirut, palesemente di matrice sionista, quando a un certo punto dei cecchini non identificati iniziarono a sparare contro la folla dai palazzi adiacenti. Subito intervennero le milizie sciite che risposero al fuoco sparando contro i palazzi, e in seguito sparando alle forze armate libanesi che erano intervenute in quel momento. In totale ci sono stati 7 morti, 3 di hezbollah, 3 di Amal e un civile. Hezbollah ha subito accusato le “Forze Libanesi”, un gruppo cristiano liberale conservatore che si oppone alle milizie sciite, anche se non si comprende il motivo particolare dell’assalto. In seguito, sono usciti video dell’esercito nazionale libanese che spara contro i manifestanti, in totale 32 feriti. Alcuni affiliati ad Hezbollah hanno affermato che uno dei cecchini fosse Shukri Abu Saab, dipendente dell’ambasciata statunitense in Libano. [Articolo di analisi di Inside Over]

Lebanon: Dozens Charged Over Fatal Beirut Clashes - I24NEWS

È morta il 18 ottobre la feccia nazi-imperialista chiamata Colin Powell. Ricordato dalle persone normali per esser stato un criminale di guerra, parassita dalle mani sporche di sangue per aver legittimato la guerra in Iraq, mentendo sulla presenza dell’antrace, “armi di distruzione di massa” in mano a Saddam Hussein. Celebre è il suo sciagurato discorso pronunciato all’ONU, vibrando quella provetta che non fu analizzata da nessuno, e che verosimilmente conteneva la gran dose di cocaina che si pippava ogni sera. Morto per covid, dopo esser stato vaccinato, ci auguriamo che abbia sofferto il più possibile. Mai quanto, purtroppo, le innumerevoli famiglie che ha distrutto, le migliaia di anime lasciate orfane, o comunque senza più una casa, senza più un Paese libero e democratico; non solo in Iraq, ma anche in Somalia, ed altri Paesi ora resi schiavi o comunque aspramente colpiti dalle coltellate dai nostri cari e civilizzati paesi imperialisti.

Dopo sette anni rinchiuso nell’ambasciata londinese dell’Ecuador e quasi tre anni di “custodia cautelare” presso il carcere di massima sicurezza di Belmarsh (Regno Unito) – già celebre per gli alti tassi di mortalità e le denunce di tortura [articolo ANU Press presente nel sito della Australian National University] – Assange accusa un ictus in cella il 27 ottobre. [fatto riportato anche in un breve articolo di secondo piano dell’Ansa]

Novembre

Il 7 novembre si svolgono le tanto attese elezioni in Nicaragua: storicamente una roccaforte della sinistra sandinista, si riconferma esserlo ancora, con una schiacciante (e scontata) vittoria del FSLN al 75,87%. Gli osservatori internazionali come sempre non trovano prove di eventuali brogli, ma comunque sia i Paesi occidentali tornano all’attacco, scagliandosi contro il FSLN e accusandolo di brogli.
Era stato pianificato un golpe, come avevamo scritto sui nostri articoli [“Il Nicaragua resisterà” e, già nel 2020, “Il punto della situazione in America latina: 6 agosto“]; tuttavia, grazie alla preparazione da parte dell’esercito popolare e dei media statali – che hanno avvisato la popolazione con un largo anticipo di 1 anno da eventuali disordini da copione –, tale golpe è stato sventato, seppur con i soliti riflettori dei media occidentali puntati sul piccolo Paese centroamericano ed eventuali proposte di sanzioni avanzate dai soliti nazisti del Pentagono.

È il 10 novembre, e siamo purtroppo costretti a tornare a parlare di Assange. La sentenza che abbiamo citato all’inizio dell’articolo – avuta il 4 gennaio –, viene totalmente (come ci si aspettava) ribaltata dall'”alta corte di Londra”, aprendo le porte all’estradizione in Usa dell’attivista australiano. [articolo del Fatto Quotidiano a riguardo]

Il 12 novembre si conclude la COP26. Solita riunione di forma – così come lo è stato l’incontro più ristretto avvenuto a Glasgow il 31 ottobre – per risolvere le contraddizioni del cambiamento climatico; risultato: nulla. Soliti accordi volti a render “più green” certi settori – di fatto non molto green, e di fatto utili alle tasche di pochi –, senza badare minimamente al fatto che l’esercito americano inquini quanto 140 Paesi [articolo di NoMuos.info, e di The Vision], o che Il 71% delle attuali emissioni causate dall’uomo provengano da sole 100 grandi aziende – pari al 52% di TUTTA la CO2 emessa dalle attività umane dalla prima rivoluzione industriale.

Il 21 novembre si sono tenute le elezioni regionali in Venezuela, che hanno visto una grandissima vittoria da parte del Partito Socialista Unito del Venezuela, che ha vinto 20 dei 23 governatorati contro tutte le forze dell’opposizione. Ancora una volta la rivoluzione bolivariana dimostra di essere una forza invincibile in Venezuela, in quanto fondata sul popolo venezuelano. [Pure in occidente pare che qualcuno si stia svegliando dopo queste elezioni]

Ediner (@Ediner_Ve) / Twitter

Il 22 novembre passa la fiducia al decreto green pass alla camera. Solo 33 deputati – sottolineiamo 33 deputati – hanno votato contro tale scempio [articolo de L’Antidiplomatico].

Una situazione simile a quella di aprile si è verificata tra Russia e Ucraina nel novembre-dicembre del 2021 [articolo di Inside Over che ne parla]. Il ministro della difesa ucraino, Kyrylo Budanov ha accusato la Russia di supportare le proteste anti-vaccini a Kiev il 21 novembre, e con questa scusa il governo del pagliaccio Zelensky ha ammassato 92.000 soldati al confine russo e 120.000 al confine col Donbass, azione che ha portato a un incremento degli scontri tra separatisti ed esercito ucraino. La Russia ha risposto con la mobilitazione delle truppe del distretto militare centrale e occidentale, ammassando anch’essa le truppe al confine.

Dicembre

Il 16 dicembre muore la moglie di Pinochet, suo braccio destro nello sterminio politico dei dissidenti. Ecco alcune foto di cileni in lutto per la sua morte:

Dopo anni e anni di proteste contro il neoliberista Piñera, le quali si sono evolute in una sommossa popolare per chiedere una nuova costituzione, alle elezioni presidenziali ha vinto il socialista Gabriel Boric contro il pinochetista Kast al ballotaggio del 19 dicembre. Il Cile, dunque, entra a far parte della fila di paesi sudamericani che si oppongono al capitalismo e all’imperialismo statunitense ed entrerà probabilmente a far parte dell’ALBA latino-americana. [Articolo de L’Antidiplomatico al riguardo]

Il 22 dicembre la Nigeria, dopo averlo avvisato già il 14 dello stesso mese, distrugge circa 1 milione di dosi di vaccino “donate” dall’Occidente, perché consegnate ad ottobre, a ridosso della scadenza di novembre. A ragione il ministro della salute del Paese ha annunciato di star valutando di non voler più accettare dosi donate dall’occidente. [articoli di Sputnik e Il Tempo]
Così come la Nigeria sono innumerevoli i Paesi africani che son stati costretti ad utilizzare dosi di vaccino occidentale a ridosso di scadenze, o spesso già scadute, pur di coprire almeno minimamente la propria popolazione; altri hanno optato chiaramente, come la Nigeria, per l’eliminazione: citiamo ad esempio il Senegal con 400mila dosi, il Malawi con 20mila, o anche il Congo, che invece di distruggere ha rispedito direttamente al mittente 1.3 milioni di dosi. [articolo del Global Times]

Quest’anno, e precisamente il 24 dicembre 2021, avremmo voluto avere un bellissimo regalo di Natale: Saif al-Islam Gheddafi presidente della Libia.
Vari sondaggi, infatti, lo davano in ampio vantaggio rispetto a tutti gli altri candidati, compreso il fantoccio dell’Onu Abdulhamid Dbeibeh. Tuttavia, a seguito di un assalto al palazzo di governo di Tripoli da parte di milizie armate, le elezioni sono state rimandate al prossimo anno, il 2022 [articolo di Repubblica che ne parla]. È molto probabile che il tutto sia parte di un’operazione imperialista per impedire al socialista Saif Gheddafi di salire al potere, in quanto i paesi occidentali sono coscienti della sua superiore popolarità in seno al popolo libico.

Conclusioni

Quest’anno ci sono state numerose provocazioni tra lo stato illegittimo di Taiwan e la Repubblica Popolare Cinese. Solo quest’anno, oltre mille aerei cinesi hanno violato lo spazio aereo di Taiwan, con un particolare aumento in questi ultimi tre mesi. Tutte queste violazioni probabilmente sono un tavolo di prova messo in campo dalla Cina per testare la reattività dell’Occidente a fronte di una possibile liberazione dell’isola dall’illegale dominazione filo imperialista e capitalista. [articolo della BBC che ne parla]

How Strong is Chinese People's Libration Army Air Force

Con la venuta al potere del caudillo Draghi tutti i partiti politici si sono posti sotto le sue ali, compresa la falsa opposizione di Fratelli d’Italia. Infatti, in parlamento è impossibile far passare delle proposte scomode al governo: ad esempio, le mozioni di Alternativa c’è sul caso Assange e sulle delocalizzazioni sono state tutte rifiutate senza neanche essere discusse più di tanto [Articoli dell’Antidiplomatico qui e qui].

Quest’anno ha marcato i cento anni dalla fondazione dei due partiti comunisti di Italia e Cina. Il primo, purtroppo, è collassato a seguito della caduta dell’Unione Sovietica ad opera dei traditori e dei revisionisti interni. Il secondo, invece, prospera ed è il più grande partito comunista esistente, con oltre 90 milioni di iscritti e un governo forte e stabile, ed estende la sua influenza in tutti i paesi del mondo, soppiantando imperialismo e capitalismo.

E come non ricordare infine i morti sul proprio posto di lavoro – che abbiamo lasciato come chiusura all’articolo non per la minore importanza, ma per il fatto che sia una sommatoria di tutte le “morti bianche” che son avvenute nel corso dell’anno, e che possiamo dunque rilevare solo alla fine di esso.
Ebbene, stando ad un articolo dell’ANSA circa i morti sul lavoro in Calabria, sono ben 1404 le uccisioni di lavoratori perpetrate dai padroni direttamente o indirettamente, con una media di circa 3,84 morti al giorno – contro le 4,2 del 2020 (compresi i morti per covid infettati a lavoro), le 3,3 del 2019, e 3,5 del 2018.
Questi sono i successi del nostro sacro imperatore Mario Draghi, che ha continuato giustamente con la politica schiavile dei regimi a lui antecedenti.

A differenza del 2020, il 2021 è stato un anno di poche proteste di massa in giro per il mondo, ma paradossalmente un anno forse assai più denso di avvenimenti politici e geopolitici di quello precedente.
Il fronte est-europeo e pacifico (ma anche quello iraniano-israeliano) è sempre più caldo, e non ci stupiremmo se da un giorno all’altro scoppiasse qualcosa di serio.
Che il 2022 sia un anno prospero e pregno di lotta per un mondo migliore, per tutti i popoli della Terra.