Il primo maggio, giornata in cui i lavoratori ricordano le proprie conquiste nel campo dei diritti sociali e del benessere, è da anni qui in occidente stato trasformato in una semplice giornata non-lavorativa, occasione di svago, festa con concerti totalmente sconnessi dal tema del lavoro, con tanto di sponsorizzazioni da multinazionali che non sono sicuramente simbolo di conquista o tutela dei diritti… anzi. Stessa sorte insomma del 25 aprile. Ma di che stupirsi se c’erano e ci saranno Unipol, Pringles e simili, se ad organizzare sono “sindacati” fascisti come Cgil Cisl e Uil, che hanno contribuito in questi ultimi 20 anni a smembrare tutti i diritti che avevamo.
Ebbene nonostante tutto ciò, c’è ancora per fortuna chi “festeggia” il 1 maggio nel modo in cui lo si dovrebbe fare: lottando per la riconquista dei diritti che l’Ue, i governi, confindustria e i suoi sindacati hanno strappato ai lavoratori, facendo un meschino baratto con diritti superflui ed effimeri che non sono nei nostri interessi.
Oggi, come in passato, se non di più, la repressione contro tale lotta, anche quando condotta pacificamente con cortei, è sempre più evidente. Qualcuno ne parlerà delle manganellate prese “proprio” il primo maggio? O finirà nel dimenticatoio come ogni altra tragica notizia di repressione?
Che sia, da oggi in poi, un Primo maggio di lotta, e non di spensieratezza. Perché per festeggiarlo dobbiamo prima aver raggiunto qualcosa di cui andar fieri.
Buon Primo maggio