Esprimiamo pieno sostegno a tutti coloro che sono stati condannati dalla “giustizia” borghese per aver sostenuto la più che giustificata, legittima, e giusta rabbia dei lavoratori che hanno protestato contro la comune repressione.
Questi episodi sono purtroppo continui, e non cesseranno di esserci, fino a quando il potere lo detiene chi da tali repressioni giova qualcosa.

Oggi sono stati condannati 3 di noi a 4 mesi di detenzione; e domani?
Esprimiamo pieno e incondizionato sostegno ai dirigenti della USB e a Marta Collot, portavoce nazionale di Potere al Popolo, che si sono trovati tra i pochi coraggiosi – e non sfortunati – che hanno lottato a fianco ai lavoratori il 14 settembre 2016, per protestare l’osceno episodio in cui l’operaio e delegato sindacale USB Abd Elsalam fu travolto da un camion, da parte di un crumiro, mentre scioperava per il mancato rispetto degli accordi per le assunzioni a tempo determinato di 13 colleghi precari [articolo sull’episodio]. Gli imputati, accusati per “resistenza aggravata” e “manifestazione non autorizzata”, hanno fatto il proprio dovere di cittadini, opponendosi alle forze dell’ordine che si erano schierate dalla parte dei padroni, attaccando per primi la folla davanti all’ingresso della stazione di Bologna – dove stava avendo luogo la innocua protesta.
Il crumiro, invece, in quanto si è dimostrato ciecamente schierato con i suoi padroncini, è stato assolto dall’accusa di omicidio stradale (neanche volontario) due anni fa, nel 2020. “La legge è uguale per tutti”.

Marta Collot durante il presidio del 12 luglio [articolo di Contropianoarticolo di BolognaToday]:
“Il giorno dopo l’uccisione di Abd Elsalam c’è stata una manifestazione di rabbia sacrosanta. Nonostante tutte le testimonianze è stato assolto chi ha investito Abd Elsalam, e viene condannato chi ha protestato.
(…) Ancora una volta sul banco degli imputati chi lotta mentre invece chi ha premuto l’acceleratore viene prosciolto e la GLS, mandante di questo vero e proprio omicidio, resta impunita. Nel mentre destra e sinistra negli ultimi anni hanno portato avanti l’attacco ai diritti dei lavoratori e al diritto di sciopero, dai decreti Minniti e Salvini, hanno continuato ad alimentare la giungla di appalti e subappalti. Sul locale sono così spudorati da riempirsi la bocca con la ‘logistica etica’ mentre le condizioni di lavoro nei magazzini della logistica sono disumane, mentre non viene garantita la rappresentanza sindacale ai sindacati combattivi, mentre addirittura vengono assoldate squadracce per reprimere i picchetti. Ma se pensano di spaventarci si sbagliano di grosso: continueremo a lottare e organizzarci, anche per Abd El che ha pagato con la vita ma che ci ha insegnato a non arretrare di fronte all’arroganza dei padroni”

Comunicato di USB Bologna (Unione Sindacale di Base) [comunicato sul sito di USB]:
“Quello di Bologna è uno dei processi contro le manifestazioni seguite all’omicidio, a Piacenza come a Roma e in altre città. Un processo contro militanti sindacali e sociali in cui l’assoluzione della maggior parte degli imputati e la riduzione della pena per i condannati dimostra da una parte l’infondatezza dei tanti e gravi reati contestati ma, dall’altra, evidenzia la volontà di non riconoscere fino in fondo, come si dovrebbe, il diritto sacrosanto alla resistenza contro la barbarie padronale e le provocazioni messe in atto contro il corteo che in quel giorno attraversò il centro di Bologna.
Denunciamo ancora una volta come la morte di Abd Elsalam rappresenta la condizione operaia del nostro tempo, raffigura il disprezzo dei padroni nei confronti di chi produce ricchezza, la svalutazione del valore della vita rispetto quello di far profitto a tutti i costi, una vita per la cui cancellazione non è nemmeno stato intentato un processo, un omicidio per cui nessuno ha pagato. Ma Abd Elsalam rappresenta, anche e soprattutto, la voglia di emanciparsi e liberare il lavoro da parte di una generazione di nuovi attivisti sindacali che nel nome e nell’esempio di Abd Elsalam continua la lotta per diritti e dignità.
Anche alla luce della sentenza di oggi, siamo sempre più determinati nel costruire una grande mobilitazione sindacale e sociale con sciopero generale che rispedisca al mittente il pesante clima di repressione che colpisce chi lotta, per una mobilitazione per l’aumento dei salari, contro il carovita e la precarietà, contro il governo Draghi e le sue politiche da economia di guerra.”