Mail pubblicata da Wikileaks


Fonti:

link della scheda Wikileaks: https://wikileaks.org/clinton-emails/emailid/30443


Sostanza:

In questa mail confidenziale di Hillary Clinton, vengono allegati due documenti: uno con delle considerazioni sul programma di contro-insurrezione (COIN) attuato sui Paesi ex-coloniali o comunque soggiogati dall’imperialismo, e l’altro riguardante l’Afghanistan, con annotazioni tratte dall’autore in base ad una conversazione con William Murray, ex-capo della CIA in Pakistan, che ha collaborato con Bin Laden e la “resistenza afghana” contro l'”occupazione sovietica”.


Riassunto:

Hillary Clinton manda un’e-mail confidenziale ad Hume Abedin, dove chiedere di stampare un’e-mail mandatale da un certo Sid parlando della strategia statunitense da seguire in Afghanistan. Vengono citati due documenti: considerazioni sul programma di contro-insurrezione usato già in vari paesi: tali considerazioni sono scritte da W. Patrick Lang, che ha visto con i propri occhi tale programma applicato nel Vietnam da John Paul Vann, ispirandosi da Bernard Fall, giornalista ed analista francese con cui esso ha studiato. Il secondo documento citato sono annotazioni tratte dalla conversazione tra Sid stesso (colui che ha mandato l’e-mail alla Clinton) e William Murray, un ex-capo della CIA in Pakistan che ha fatto parte di una piccola squadra della CIA insieme a Milt Bearden (vicino a Richard Holbrooke), squadra che ha diretto la «resistenza afghana» all’«occupazione sovietica». Murray ha servirò come capo anche in Libano ed altri Paesi. Le sue considerazioni sono in sintesi critiche sulla mancanza di una chiara missione o piano da seguire in Afghanistan.

1.
Si parla quindi analiticamente del programma di contro-insurrezione, che equivale alla somma tra «riforme politiche», «sviluppo economico», e «operazioni di contro-guerriglia». Tale teoria bellica è stata sviluppata dalle potenze coloniali per «curare» le varie ondate di «guerre di liberazione nazionale» che si sono susseguite dopo la seconda guerra mondiale. Tali rivolte erano inoltre spesso caratterizzate da un’indole socialisteggiante, in quanto portate avanti da avanguardie di sinistra o comuniste. Questa teoria viene
denominata “COIN” (Counterinsurgency), ed era una risposta alla prassi usata da tutti i movimenti di liberazione nazionale, e cioè la somma tra «guerra rivoluzionaria», «sovversione politica (inclusa propaganda)», «trasformazione economica (in genere socialista)», e «guerra di guerriglia (da includere terrorismo)».
L’«idea centrale» del COIN è che con le competitive riforme economiche e governative è possibile far portare la popolazione dalla parte dell’occupazione e la contro-insurrezione. Questa dottrina è stata applicata più o meno ovunque dai colonialisti nel XX secolo, ed ha avuto sia successi che fallimenti. L’esempio di miglior successo è stato quello della repressione britannica in Malesia, dove sono stati
sconfitti i guerriglieri comunisti che volevano liberare il paese. Questi ultimi sono finiti per esser costretti a rifugiarsi nelle giungle e nelle piantagioni, fino a subire lo sterminio. Tuttavia tutta l’operazione è stata costosa per l’esercito britannico, nonostante i guerriglieri siano stati rimasti su qualche centinaio di membri. Cattivi esempi sono stati quelli in Kenya e Cipro dove i britannici sono stati costretti a cedere il paese alle popolazioni Kikuyu e Greche. L’autore sottolinea di aver poi partecipato a vari tentativi di COIN in America Latina, quando Kennedy creò l’“Alleanza per il Progresso”, per sconfiggere le insurrezioni locali che hanno tratto ispirazione dai Comunisti cubani.
«Questi paesi erano obiettivi particolarmente buoni per RW [insurrezioni rivoluzionarie] di ispirazione comunista perché le strutture politiche ed economiche degli stati centroamericani e andini erano così chiaramente ingiuste e non democratiche che le popolazioni locali di indiani e contadini denutriti potevano essere facilmente proseliti nel processo di RW. In molti casi in America Latina gli sforzi di sviluppo economico di basso livello delle armi civili e militari del governo degli Stati Uniti hanno avuto un notevole successo”, infatti si afferma che grazie allo sviluppo di certi villaggi aiutati dalle politiche statunitense si è riusciti ad evitare che la popolazione passasse dalla parte degli insorti. Tuttavia l’“Alleanza per il Progresso” non è da considerarsi in toto un successo, in quanto certe élite locali hanno rapidamente capito il rischio delle politiche COIN statunitensi e si sono quindi rifiutati di accogliere gli aiuti sponsorizzati dall’alleanza.
Stessa cosa è successa in varie parti dell’Africa e del Sud-est asiatico. Il Vietnam è un classico esempio di fallimento. L’autore è stato nel sud per due anni, ed è testimone del fatto che le politiche COIN erano efficientissime lì: i villaggi ricevevano supporto e difesa da parte dei statunitensi, e l’economia stava avanzando, ma l’errore fatale è stato focalizzarsi troppo su questo aspetto mettendo in secondo piano l’indebolimento dell’esercito del nord, che andava sempre meglio formandosi e organizzandosi, quindi si è passati ad una guerra intensa durata tre anni tra statunitensi e nord-vietnamiti, per poi rifocalizzare le proprie forze sul COIN al sud, a cui l’autore partecipò di nuovo per un anno. Avevano potenzialmente una quantità infinita di soldi, 10.000 consiglieri su ogni aspetto della società vietnamita, e un esercito efficiente presente ovunque. L’autore infine critica gli americani che erano contro l’ingerenza statunitense in Vietnam, in quanto sono stati loro a far cedere gli USA e lasciar campo libero ai vietnamiti, che sono riusciti a sconfiggere il sud con una guerra regolare.
Altro esempio in cui il COIN ha avuto successo e la guerra è stata un fallimento è la guerra francese in Algeria, dove dopo una lunga lotta le forze francesi hanno ceduto ai guerriglieri nativi del Fronte Nazionale di Liberazione (FLN).
L’Iraq è spesso citato come esempio di successo delle politiche COIN, ma di fatto non c’è mai stata una politica simile; il COIN presuppongo e anche riforme politiche, mentre in Iraq non ce ne sono state: quello che hanno fatto è «ri-organizzare i “giocatori” in modo tale che gli arabi sciiti precedentemente oppressi siano ora i padroni. Ciò non ha in alcun modo ridotto il potenziale per la lotta armata inter-comunitaria. Non abbiamo sconfitto gli insorti nelle operazioni di controguerriglia. Quello che abbiamo fatto è stato portare più truppe nell’area di Baghdad per imporre la separazione delle comunità etno-settarie, usando allo stesso tempo i metodi tradizionali di “divide et impera” per separare abbastanza ribelli da formare una forza efficace da usare contro Al-Qaeda in Iraq e altri che disapprovavamo. Questa non è controinsurrezione!!!»
Giunge quindi a conclusione che il COIN è un «strumento di arte di governo gravemente difettoso», perché:
«• La gente del posto alla fine possiede il paese per cui si combatte. Se non vogliono le “riforme” che desiderate, vi resisteranno come hanno resistito a noi in Iraq e in Afghanistan. Il documento strategico di McChrystal ha criticato severamente il governo di Karzai. Questa disapprovazione si trasformerà in una decisione di agire per trovare un governo migliore o semplicemente indeboliremo il governo centrale afghano e diventeremo il governo vero e proprio?
• Tali guerre COIN sono affari costosi e lunghi che sono profondamente debilitanti per la potenza controinsurrezionale straniera. Le riserve di denaro, soldati e volontà nazionale non sono infinite. Alla fine, il corpo politico della potenza straniera controinsurrezionale si rivolta contro la guerra e poi tutto ciò che è successo è stato uno spreco.
• La teoria COIN si basa sulla capacità dei controinsorti di cambiare la mentalità della popolazione “protetta” (leggi controllata). La triste verità è che la maggior parte delle persone non vuole essere privata dei propri modi ancestrali e combatterà per proteggerli. “Hearts and Minds” è una frase vuota da propagandista.
• Alla fine il controinsorto straniero si imbarca in una guerra che non è la sua guerra. Per lui, la guerra COIN sarà sempre una guerra limitata, combattuta per un tempo limitato con risorse limitate. Per gli insorti, la guerra è guerra totale. Non hanno dove rifugiarsi dopo un turno di servizio. La differenza psicologica è enorme.
• Per il controinsorto l’impegno delle forze deve essere necessariamente molto maggiore che per gli insorti. La controinsurrezione cerca di proteggere vaste aree, centinaia di aree edificate e milioni di persone. L’insorto può scegliere i suoi bersagli. La differenza nei requisiti di forza è paralizzante per i controinsorti.»
In chiusura di chiedere quindi «Cosa dovremmo fare?» in Afghanistan, e si risponde:
«• Tenere le città come basi per impedire un governo talebano riconosciuto fino a quando non verrà fatto un accordo soddisfacente (per noi) tra gli afghani.
• Partecipare a progetti di sviluppo economico internazionale per l’Afghanistan.
• Condurre un efficace e clandestino HUM INT fuori dalle basi cittadine contro gli elementi della jihad internazionale.
• Trasformare le tribù contro gli elementi jihadisti.
• Continuare a cacciare e uccidere/catturare jihadisti pericolosi,
Per quanto tempo potresti dover seguire questo programma? Potrebbe volerci molto tempo, ma sarebbe sostenibile. Una campagna COIN in piena regola in Afghanistan [invece] non è politicamente sostenibile.»

2.
«C’era un piccolo gruppo di noi (CIA) che conduceva la guerra contro i sovietici, circa cinque di noi. Sono stato capostazione [intende come ruolo della CIA] in Pakistan dal 1991 al 1994. Siamo stati criticati dallo Stato per aver sostenuto gli estremisti. Abbiamo sempre detto che siamo lì solo per sostenere chi combatte. La nostra logica era che non avevamo alcun obiettivo politico, solo far uscire i sovietici. Avremmo dovuto smobilitare gli afgani, ma non l’abbiamo fatto. I nostri obiettivi sono stati compresi dagli afgani. Siamo rimasti fedeli al messaggio. Gli afgani odiavano gli arabi, li odiavano durante la guerra contro i sovietici. È una mitologia [quella che vuole] che gli piacevano [gli afgani agli arabi], costruita dalla stampa. Non puoi convincere la stampa a liberarsi della teoria del contraccolpo. Bin Laden, dubito che abbia mai sparato con rabbia. Lui era lì quando c’ero io. Progettava [cose di] ingegneria, strade, ponti e squadre mediche. Ma non c’era una grande forza combattente araba. Milt Bearden e io abbiamo incontrato i generali pakistani che ci hanno contattato nel 2007 su loro richiesta, abbiamo incontrato il generale chiave dell’ISI che ha creato i talebani. Il messaggio per noi era che gli inglesi non dovrebbero andare a Helmand. Li avevano buttati fuori nel 1880 e non li avrebbero mai più accettati. Nessuno ha ascoltato. Sono sempre in contatto con quelle persone. Così è Milt. Non ci credono più. L’esercito americano ha il suo obiettivo. Pensano che stiamo combattendo contro l’Islam. Gli afgani non percepiranno mai che siamo una società laica. I militari rafforzano le stesse cose più e più volte. Stiamo letteralmente combattendo contro le persone. Il problema non è il numero delle truppe. È una missione fallita. Gli afgani credono che siamo lì per restare. Questa è la cosa che non accetteranno mai. Consentiranno agli eserciti di passare e persino di rimanere per alcuni anni, ma non di rimanere per sempre. Ho pietà del presidente per le sue scelte. È dilaniato dai militari, con il loro tipico “dacci solo le truppe”. Non vedo come farlo funzionare. Serve una missione chiara, internazionalizzare il messaggio e fissare un obiettivo raggiungibile. Il messaggio dovrebbe essere: “nessun luogo dovrebbe essere un santuario per un gruppo che minaccia la pace
della comunità internazionale”. Ci deve essere un obiettivo chiaramente definito. Siamo andati lì per prendere al Qaeda e Bin Laden. Non siamo andati lì per prendere i talebani. Abbiamo cambiato obiettivi e stiamo cercando di costruire un governo in Afghanistan con una persona che rappresenta una piccola parte della gente ed è corrotta. Per me il messaggio sarebbe, “siamo venuti per prendere AQ [Al Qaeda], questo posto non potrà mai essere un trampolino di lancio per il terrorismo contro l’Occidente”. Diciamo che “saremo fuori quattro mesi dopo che avremo preso Bin Laden”. I talebani dicono alla gente che siamo lì per restare per sempre. Parliamo di democrazia, ecc. A loro non importa. Si preoccupano del modo di vivere. È semplicistico come si arriva. Non possiamo permetterci di ristrutturare quella società. Il problema non è il numero delle truppe. È una missione fallita. Non si parla più di Bin Laden. Non abbiamo mai dichiarato i nostri obiettivi in un modo che il popolo afghano comprende. Troppi discorsi sulla democrazia e sulla costruzione della nazione. Obama dovrebbe dire che “siamo qui per catturare le persone che disturbano la pace internazionale”. Lo internazionalizzerei. Questo è il problema di tutto il mondo. “L’AQ è una piaga. Quello che vogliamo ottenere è la distruzione di AQ e poi ci ritireremo”. Puoi fare un accordo che non supporteranno le cifre AQ in futuro. In Pakistan è senza speranza. Ho assistito a ogni discussione sulla decisione che ha portato al taglio degli aiuti nel 1990. Non c’erano dubbi su ciò che stavano facendo. Mai una volta un solo funzionario pakistano ha deviato dal dire che non stavano fabbricando armi nucleari. Ogni discussione è iniziata con una bugia. Chiuderei ogni consolato indiano in tutto l’Afghanistan. I pakistani credono di finanziare i talebani.»


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link della scheda Wikileaks: https://wikileaks.org/clinton-emails/emailid/30443