È da più di una settimana ormai che i lavoratori del porto di Trieste stanno scioperando contro l’obbligo di Green Pass sul posto di lavoro. Si è venuta a creare una situazione quasi inspiegabile dai media se non con discorsi vaghi e inconcludenti, dove vaccinati e non vaccinati con spirito di grande solidarietà proletaria si sono tutti rifiutati di entrare sul posto di lavoro a seguito dell’entrata in vigore del lasciapassare sanitario. Da giorni era ormai in atto il blocco del porto di Trieste, seguito dai blocchi di Ancona e Genova.
Oggi il blocco triestino è stato attaccato e caricato dalla polizia, situazione che si è evoluta anche con momenti di tensione nell’area genovese e denunce ad Ancona. Assoluta ferocia, brutalità disumana, orrore bestiale…
Questi termini terribili non sono sufficienti a descrivere la pressione di forza che il governo sta attuando nei confronti dei portuali di Genova e Trieste e delle persone, sia Lavoratori che non, che stanno dando loro supporto e solidarietà in una lotta giusta, una guerra per il futuro di tutti.
Eroi, sono Eroi, questa parola non é sufficiente a descrivere il coraggio di queste persone, genitori, persone care, studenti, giovani, pensionati, tutti uniti per tutelare la società giusta, quella dei Lavoratori contro il capitale, la finanza e la speculazione, mostri che stanno sbranando il nostro domani, un domani che fu costruito con le Lotte Socialiste e Pertigiane del Popolo Combattente, che 80 anni fa vide gli stessi orrori che stiamo rivivendo adesso.
Orrori che sono stati lasciati tornare in sordina, dietro un sorriso con un’aperitivo, ignari che molti hanno barattato uno spritz per il futuro e la stabilità sociale propria e dei propri figli, ipotecando la nostra Costituzione, il nostro scudo, da rinnovare ed impugnare con forza per reagire agli assalti che ora si svolgono sotto i nostri occhi.
Per chi non ci crede, vada a chiedere alla donna incinta che è stata manganellata al volto al porto di Trieste, o al pensionato pestato a sangue e trattenuto da tre celerini, o ancora agli studenti caricati di prepotenza dalla “polizia di Stato”.
Non chiamateci terroristi, vogliamo giustizia e vendetta. Vogliamo riprenderci quello che ci appartiene e che nessun grafico bancario o trattato economico può toglierci. Un futuro da Popolo Libero. Una sicurezza nel domani. Un’Italia socialista. Le catene le spezzeremo con la forza della stella rossa.
Sangue chiama sangue. Siamo in guerra compagni, serrate i ranghi!!